E’ stata presa di mira Alessandra Vella, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Agrigento, che ha scarcerato la capitana della Sea Watch 3, Carola Rackete, non convalidandone gli arresti. Nelle ultime ore numerosi gli insulti, le minacce di morte e i commenti sessisti, all’indirizzo del gip agrigentino. I colleghi di TgCom24.it hanni pubblicato alcune delle frasi agghiaccianti postate sul profilo Facebook della stessa (poi disattivato), come ad esempio: “Putt…a, ti ammazziamo, Ti piacciono i negri, Putt…a comunista, ti verremo a cercare e perderai il sorriso per sempre, Colpirne uno per educarne cento. Domani provo a investirla con la macchina mentre corro a salvare vite umane. Sapete da chi andare”, e altri sulla falsa riga di questi. La polizia postale è già al lavoro per identificare i profili che hanno minacciato di morte il magistrato, mentre il Consiglio Superiore della Magistratura ha chiesto che venga aperta un’indagine nei confronti del ministro dell’interno, Matteo Salvini, dopo le parole dello stesso leader leghista, che ha accusato la Vella di fare politica. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ALESSANDRA VELLA, CHI È?
Alessandra Vella è la gip di Agrigento che ha deciso di scarcerare la capitana della Sea Watch 3, Carola Rackete, e che da circa 24 ore a questa parte è oggetto di commenti sui social, la maggior parte dei quali negativi. Numerosi gli epiteti indicibili rivolti al magistrato siciliano, soprattutto da parte dei sostenitori della linea dura contro l’immigrazione. Agrigentina doc, nata in Sicilia nel 1975, lavora presso il tribunale della sua città dal 2011, dopo aver prestato servizio a Caltanissetta. Come ricorda l’edizione online de il Corriere della Sera, in passato è stata anche presidente della sezione agrigentina dell’Anm, il sindacato dei magistrati, e negli ultimi anni si è occupata di svariati casi, a cominciare dalla morte di una bambina di tre anni schiacciata da un televisore di casa a Campodello di Licata, passando per altre vicende legate ai reati di droga e/o contro la pubblica amministrazione. Divenne “famosa” recentemente, come ricorda sempre il Corriere, anche per uno scontro con l’avvocato Giuseppe Arnone, ex consigliere comunale di Agrigento, che venne poi arrestato dopo una condanna a 3 anni e 5 mesi. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ALESSANDRA VELLA CHI È
Alessandra Vella è il gip che ieri sera ha deciso la scarcerazione di Carola Rackete. Per questo è finita nel mirino del ministro dell’Interno Matteo Salvini, ma nelle ultime ore è diventata bersaglio anche sui social, al punto tale che alle 8.30 del mattino ha cancellato il suo profilo Facebook, stando a quanto riportato dal Messaggero. Oggi comunque si è seduta alle 9 nell’aula 9 al secondo piano del Palazzo di giustizia di Agrigento per le udienze preliminari in calendario. Tra queste anche due udienze a carico di altrettanti giornalisti accusati di diffamazione. È rimasta in aula fino alle 12.30, poi si è recata nella sua stanza, senza commentare le aspre critiche ricevute dal vicepremier per la scarcerazione della comandante della Sea Watch 3. In poche ore il suo nome è diventato virale e tra i più ricercati su Google: tutti vogliono sapere chi è la gip che ha accolto la richiesta di scarcerazione dei legali di Carola Rackete. (agg. di Silvana Palazzo)
HA SCARCERATO CAROLA RACKETE TRA LE POLEMICHE
Alessandra Vella nell’occhio del ciclone: la Gip di Agrigento è al centro delle polemiche per la sua scelta di non convalidare l’arresto della capitana di Sea Watch 3 Carola Rackete, con la 31enne tedesca che torna libera. La giudice per le indagini preliminari è finita nel mirino di Matteo Salvini, vice premier su tutte le furie per la scarcerazione dell’attivista. «Il Dl sicurezza bis non è applicabile alle azioni di salvataggio», secondo la Gip, che viene difesa a spada tratta dal mondo dem, ecco le parole di Davide Faraone: «Ieri il verdetto del gip Alessandra Vella: Carola Rackete libera e poco dopo Salvini la insulta. Secondo me aveva bevuto lui. Solidarietà al giudice, un consiglio al ministro: una doccia fredda e qualche cocktail in meno. Bonafede perché non difendi il giudice? Perché sta zitto?». L’esponente del Partito Democratico invoca dunque l’intervento del Ministero della Giustizia, non ci resta che attendere… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CHI È LA GIP ALESSANDRA VELLA
Si chiama Alessandra Vella la giudice per le indagini preliminari che ha rimesso in libertà Carola Rackete. La capitana della Sea Watch 3, arrestata la scorsa settimana dopo aver attraccato al molo di Lampedusa senza autorizzazione, e mettendo in pericolo la vita di alcuni uomini della Guardia di finanza, è stata scarcerata nella serata di ieri, in quanto il reato di resistenza a pubblico ufficiale deve ritenersi «scriminato per avere agito l’indagata in adempimento di un dovere. Il dovere di soccorso dei naufraghi – si legge nella sentenza – non si esaurisce con la mera presa a bordo dei naufraghi, ma nella loro conduzione al porto sicuro più vicino». In rete ci sono ben poche informazioni in merito ad Alessandra Vella, magistrato e gip di Agrigento, se non in riferimento ad alcuni casi di cronaca, come ad esempio quanto accaduto nella nota cittadina siciliana lo scorso aprile, quando un 22enne sparò alla madre il giorno di Pasquetta, colpendola di striscio.
ALESSANDRA VELLA, GLI ATTACCHI DI SALVINI
La stessa Vella convalidò l’arresto dell’aggressore, tale Francesco Lombardo, disponendo la libertà vigilata col divieto di avvicinamento alla madre. Altro fatto di cronaca recente con “protagonista” il magistrato di Agrigento, è stato il sequestro del parcheggio di Bovo Marina, nell’agrigentino, avvenuto lo scorso 25 giugno, pochi giorni fa, ritenuto abusivo in quanto allestito da privati in aree invece di proprietà pubblica. Per il resto nessun’altra informazione rielvante riguardante il gip Vella. La cosa certa è che la decisione del magistrato siciliano ha fatto andare su tutte le furie il ministro dell’interno, Matteo Salvini, che commentando la “sentenza” di scarcerazione ha spiegato: «Per la magistratura italiana ignorare le leggi e speronare una motovedetta della Guardia di Finanza non sono motivi sufficienti per andare in galera. Nessun problema: per la comandante criminale Carola Rackete è pronto un provvedimento per rispedirla nel suo Paese perché pericolosa per la sicurezza nazionale».