Eroe a sorpresa, ne “Il viaggio degli eroi”: questa è la sintesi dell’esperienza Mundial di Alessandro Altobelli, in arte Spillo, tra i protagonisti del docu-film omonimo che questa sera Rai 1 propone in prime time (ore 21.25) per celebrare, a quarant’anni esatti di distanza, la vittoria del campionato del mondo in Spagna nel 1982. E in un racconto che, attraverso la voce narrante di Marco Giallini, ripercorrerà in vari capitoli l’epica di un’estate che vide il nostro Paese risorgere a modo suo e uscire dalla cappa degli Anni di Piombo, un posto tutto suo ce l’ha l’allora riccioluto attaccante originario di Sonnino (Latina)…



Classe 1955 e allora 27enne, Alessandro Altobelli non era certamente reduce dalla sua migliore stagione con la maglia dell’Inter (solo 9 i gol per l’attaccante interista), ma Enzo Bearzot scommise su di lui, come pure su Paolo Rossi reduce dalla squalifica per il calcioscommesse, e rinunciando seppur a malincuore al romanista Pruzzo che avrebbe ad ogni modo meritato di far parte della spedizione azzurra sul suolo iberico. Da riserva del titolare Ciccio Graziani, Altobelli segnò proprio in finale contro la Germania la rete del provvisorio 3-0 contro i tedeschi, una delle 25 marcature nelle sue 61 presenze con l’Italia. Fatto ancora più curioso perché, come si ricorda, ‘Spillo’ disputò solo altre due gare nella kermesse (subentrato nel secondo tempo con l’Argentina e la Polonia, entrambe nella fase finale).



ALTOBELLI E QUEL GOL IN FINALE AI MONDIALI: CABRINI, “FACCIA DI BRONZO PERCHE’…”

Contro la Germania, invece, Altobelli prenderà il posto dello sfortunato Graziani a poca distanza dal fischio d’inizio: infatti è solo il minuto 7 di gioco quando Bearzot gli dice di scaldarsi al volo perché tocca proprio a lui sostituire il centravanti titolare e fare coppia con Rossi. Ci metterà 74 minuti (all’81’) per segnare forse la rete più importante della sua carriera, quella del tris, ma che fece esultare Pertini in tribuna e rese meno problematica anche la successiva marcatura di Breitner all’83’ che avrebbe potuto ridare linfa agli avversari e riaprire una gara praticamente già chiusa.



A tal proposito c’è un aneddoto che racconta Cabrini e spiega bene sia la forza di quel gruppo ma anche la personalità dirompente di (quasi) tutti quei protagonisti e del perché alla fine vinsero: “‘Spillo’ era una faccia di bronzo bestiale: in finale Graziani uscì dal campo per ricevere cure e massaggi e mandò messaggi rassicuranti alla panchina… Ma Altobelli fece il gesto del cambio ed entrò al suo posto!”. Il resto, come si dice in questi casi, è storia. Il gol e poi la corsa come Tardelli: “Alzai il braccio con l’indice alzato e aspettavo che i compagni mi abbracciassero… Io ero il terminale, il finalizzatore del lavoro di tutta una squadra”.