Sono trascorsi 40 anni dal trionfo della Nazionale italiana al Mondiale di Spagna 1982. Tanti i ricordi di quel successo che vide tra i grandi protagonisti Alessandro Altobelli. Intervistato da La Verità, “Spillo” ha ripercorso quella meravigliosa avventura, a partire dalla finalissima contro la Germania Ovest, finita 3-1 con un suo gol: “Cosa mi disse Bearzot prima di entrare in campo? Ah, non fece nemmeno in tempo a parlarmi che ero già scappato dalla panchina. Mentre mi trovavo ai bordi del campo, mi disse: ‘E’ la tua ora, ragazzo. O adesso o mai più’. Un grande mister”.
Un’esperienza fortunata secondo Alessandro Altobelli, con una festa incredibile per quel successo insperato. “Dopo il fischio finale dell’arbitro, gli abbracci e le strette di mano, abbiamo subito ringraziato il Vecio (Bearzot, ndr), perché grazie a lui e al suo staff vincemmo quel mondiale”, ha ricordato l’ex attaccante dell’Inter: “Negli spogliatoi entrarono i dirigenti della Federazione, lo staff di Pertini e anche quei giornalisti che ci avevano criticato e coperto d’insulti. Qualcuno fu anche cacciato”.
ALESSANDRO ALTOBELLI, IL RICORDO DEL TRIONFO ’82
Alessandro Altobelli ricorda che il premio era stato di 100 milioni di lire, 50 mila euro, ma gli azzurri dovettero affrontare un’esperienza a dir poco sgradevole. Furono infatti accusati di non aver pagato le tasse, un trattamento da veri e propri evasori. “Poi abbiamo fatto ricorso e ci hanno dato ragione. Gli agenti quasi si vergognarono di quella notifica, dicendoci: ‘Scusate, ma dobbiamo farlo’. Io credo che ciò sia accaduto per la ripicca e l’invidia di qualche personaggio importante che non aveva digerito la nostra vittoria”, tranchant “Spillo”. Nel corso del lungo dialogo con La Verità, Alessandro Altobelli ha ricordato il rapporto con il compianto Paolo Rossi – “una grande figura” – per poi soffermarsi sul suo rapporto con la fede: “Se sono credente? Assolutamente sì. E nella parete di una stanza a casa mia c’è un dipinto con la Crocifissione”.