Sono decisamente significative le parole rilasciate dallo chef Alessandro Borghese, cuoco della tv famoso per i suoi programmi di grande successo, nonché per le sue capacità culinarie. Parlando quest’oggi con i microfoni del Corriere della Sera, Borghese ha denunciato quanta fatica stia facendo nel trovare personale, da quando è scoppiato il covid. “Sicuramente bisogna lavorare in modo diverso – sono le parole del 44enne originario di San Francisco – sta già succedendo: io ero aperto sette giorni su sette pre-pandemia, adesso cinque. Vorrei tornare a sei, ma comunque terrò chiuso un giorno. Il riposo e i turni sono fondamentali. Sono alla perenne ricerca di collaboratori: ma fatico a trovare nuovi profili, sia per la cucina che per la sala”. Un problema ben noto quello della mancanza di personale nel settore della ristorazione e del turismo, così come già denunciato negli scorsi mesi da numerosi albergatori d’Italia: “Mentre la mia generazione è cresciuta lavorando a ritmi pazzeschi – riconosce Borghese – oggi è cambiata la mentalità: chi si affaccia a questa professione vuole garanzie. Stipendi più alti, turni regolamentati, percorsi di crescita. In cambio del sacrificio di tempo, i giovani chiedono certezze e gratificazioni. In effetti prima questo mestiere era sottopagato: oggi i ragazzi non lo accettano”.



Quindi Borghese aggiunge: “Il tempo, oggi, è la vera moneta. La mia stessa brigata si è rivoluzionata radicalmente: sono andate via figure che stavano con me da più di dieci anni, sono tornate nelle loro regioni d’origine, dove hanno scelto un lavoro che richiedesse meno fatica psicologica, mentale e fisica”. Per colpa di tale carenza di personale, il settore della ristorazione, spiega il personaggio televisivo, non può lavorare nel mondo che gli stessi addetti ai lavori vorrebbero: “Finalmente c’è profumo di ripartenza, tornano le liste d’attesa nelle prenotazioni, questo ci fa ben sperare e ci inorgoglisce. Ma bisogna rinunciare a delle opportunità perché mancano le risorse. Prima del Covid c’era la fila di ragazzi fuori dai ristoranti, oggi non si vuole più fare questo lavoro”.



BORGHESE: “LA RICETTA E’ ESSERE DEI DATORI DI LAVORO SERI”

Borghese spiega di non riuscire ad assumere in quanti molti non stanno cercando, mentre altri “approfittano della situazione: sanno che c’è tanta domanda perciò fanno richieste eccessive. Io cerco la misura: persone che magari non sanno cucinare benissimo, ma che siano educate e desiderose di imparare. La mia azienda saprà ricompensarle, noi ai dipendenti offriamo anche corsi di inglese e di sommelier, ma deve instaurarsi un rapporto di fiducia reciproco”.

Secondo lo chef della tv c’è un solo modo per riportare il settore sulla retta via: “bisogna essere datori di lavoro seri, dare prospettive. Se vogliamo che questo settore sia centrale per l’Italia è l’unica strada. Senza personale qualificato non andiamo da nessuna parte, se si trovano male i clienti non tornano”.