Alessandro Borghi è stato il secondo ospite della seconda diretta di Belve, dove ha parlato della sua sindrome di Tourette e si è raccontato tra le varie (ed ormai classiche ed apprezzatissime) domande taglienti di Francesca Fagnani, alla quale confessa subito di sentirsi “un delfino, perché sembra molto docile e gentile ma poi riesce a diventare belva”. Si descrive come una persona estremamente permalosa, ma anche piuttosto timorosa di “essere frainteso o dire le cose sbagliate” e su pregi e difetti confessa di essere “abbastanza arrogante”, ma anche “generoso”.
Ma tra un discorso e l’altro, il tema è arrivato anche sull’amore e sulle cose per cui vale veramente la pena ringraziare sua moglie, Irene Forti. “Per un sacco di cose”, confessa, partendo dal fatto che “ha accettato una versione di me che non andava bene per lei. È una persona che vuole fare le sue cose, non vuole stare al centro dell’attenzione, è introversa, mentre io sto tutto dall’altra parte e il fatto che mi abbia regalato il suo amore è stato un grande atto per me”. Un tradimento, nella loro relazione, “sarebbe un dramma perché lei è molto esclusiva. Io meno, ma perché non sono geloso e non provo la sensazione del possesso”.
Alessandro Borghi e la sindrome di Tourette: “I medici non se ne erano accorti…”
Ma Irene, per Alessandro Borghi, è stata anche una fortuna perché, come ricorda Fagnani, è stata la prima a rendersi conto che forse soffriva della sindrome di Tourette. “Prima pensavo che fossero dei tic“, racconta, “li avevo già da molto piccolo e i medici forse non avevano neppure gli strumenti per valutare la malattia. Dopo la diagnosi mi sono sentito molto libero, anche di farla vedere per incoraggiare gli altri a mostrarla. Io sono anche fortunato perché è una forma lieve e parlarne è importante”.
In passato Alessandro Borghi parlò della sindrome di Tourette come di una patologia “post-traumatica”, ma a Belve sottolinea che “in realtà non è così. Io lo pensavo perché pensavo fossero dei tic, ma in realtà è neurologica, come lo starnuto”. Ai suoi tic, racconta, da il significato di una reazione neurologica al rapporto “con il mio corpo, che è complesso, di uno che è stato cicciottello ma è dimagrito, e fatica ancora a dimagrire con un lavoro che chiede in continuazione di perdere e prendere 20 kg. Secondo me”, conclude Alessandro Borghi, “il mio corpo ad un certo punto mi ha anche un po’ abbandonato e ho faticato a riprendere le redini“.