Alessandro Borghi è senza dubbio uno degli attori più quotati degli ultimi anni. Dopo un’adolescenza passata a fare mille lavori, fra cui lo stuntman, e non in una situazione economica agiata, alla fine è divenuto una vera e propria star non soltanto del cinema nostrano, tenendo conto anche dell’enorme successo riscontrato con la serie tv di Sky “Diavoli”, con Patrick Dempsey. In lavorazione il film “Le otto montagne” di Felix van Groeningen e come dimenticarsi ovviamente dell’interpretazione magistrale in Suburra di Stefano Sollima e soprattutto di Sulla mia pelle, che gli ha fatto vincere il David. E a partire dal 23 dicembre Alessandro Borghi sarà nelle sale con il suo ultimo lavoro, Supereroi di Paolo Genovese: «È su un uomo e una donna che – le parole di Alessandro Borghi, intervistato nelle scorse ore dal Corriere della Sera proprio sull’ultima pellicola – attraverso l’amore, si distruggono e poi si ricompongono e poi si ridistruggono e poi si ricostruiscono. Ci ho ritrovato, dopo Fortunata, Jasmine Trinca, una sorella». Ma Borghi cosa voleva fare da grande? «Non ci pensavo. Poi, mi fu regalato un libro, Il potere di adesso. Mi si aprì un mondo, quello dello stare nel presente. Uscivo da una delusione d’amore ed era un momento di estrema povertà, non avevo una lira, facevo solo lavoretti, però ricordo che quando la sera andavo in macchina fuori Roma per fare il sorvegliante notturno in un palazzo a specchi ero felice come un bambino. Vedevo la vita bellissima anche quando facevo il commesso fino alle 18 e subito dopo il cameriere fino alle due di notte».



Su Instagram ha scritto una frase rimasta impressa al giornalista, ovvero “lo dico soprattutto ai ragazzi che provano a fare il mio mestiere, facendo tre lavori: le cose belle accadono”: «L’ho scritto tornando da Los Angeles – ha raccontato il 35enne attore – Peter Mullan mi aveva appena raccontato di quando Ken Loach, sul set di My name is Joe , gli disse: ricordati di essere sempre la persona meno importante nella stanza. Quella frase mi rimbombava in testa facendomi pensare a tutte le persone da cui ho imparato qualcosa, come Claudio Caligari e Valerio Mastandrea quando abbiamo girato Non essere cattivo, Peter Mullan o Charles Dance sul set di The Hanging Sun … Tutte avevano un ego basso: per loro, comunicare aveva a che fare solo col trasmettere informazioni, mentre a volte ci facciamo sovrastare dal voler dimostrare di essere i più bravi. Infatti nello stesso post ho scritto anche: lasciate l’ego da parte e mentre lo dico a voi lo sto dicendo a me».



ALESSANDRO BORGHI: “AL PRIMO CIAK AVEVO 18 ANNI, SOLLIMA MI SCELSE A 28”

E anche Borghi ha avuto problemi di ego .«Sì, perché ci ho messo molto per riuscire a fare cinema come piaceva a me. Al primo ciak avevo 18 anni e Sollima mi scelse per Suburra a 28. Dopo dieci anni nell’ombra cercavo rivalsa… Tipo: ora vi faccio vedere quanto vi siete persi». Nel suo ultimo film in uscita, avere figli è un tema centrale: «Ne voglio? Nella mia testa, ho un pensiero di famiglia come se già esistesse. Il desiderio credo sia legato al tipo di amore che provo. La mia compagna è d’accordo? Forse più di me. Io, a volte, ho dubbi perché non mi piace quello che vedo fuori: non capisco se l’atto di egoismo sia non mettere al mondo qualcuno secondo un tuo giudizio o mettercelo conoscendo il brutto là fuori. Poi, quando ne parliamo insieme, lei mi riporta sul pianeta Terra. Mi dice: ti fai troppe domande. Ha ragione».



ALESSANDRO BORGHI E LA SINDROME DI TOURETTE: “DOPO LA DIAGNOSI NON E’ PIU’ UN PROBLEMA”

Alessandro Borghi è noto anche per soffrire della sindrome di Tourette, una malattia che provoca spasmi del sistema muscolare e nervoso, e che colpisce nel mondo moltissime persone: «Per tutta la vita mi hanno detto: hai occhi bellissimi. E io ero convinto di avere gli occhi più belli del pianeta. Poi, crescendo, ti dici: che deficiente ero. Di brutto avevo anche che prendevo in giro gli altri in un modo mutuato dall’ambiente popolare da cui venivo. Le parole hanno un peso. L’insulto fa male. È successo pure a me. A lungo ho pensato di avere dei tic, invece era Sindrome di Tourette».

«Sente che ogni tanto ho un respiro strano? Sono spasmi – ha proseguito Alessandro Borghi – è una sindrome neurologica, con vari sintomi: io ho gli spasmi o mi soffio sulle dita. Dopo la diagnosi ho smesso di considerarlo un problema, perché almeno adesso so che cosa ho». E magicamente, quando Alessandro Borghi recita, i segni della malattia scompaiono: «Quando recita mi passa. Mi sono dato una spiegazione “poetica”: il mio lavoro è mettermi nei panni di un altro; l’altro la Tourette non ce l’ha e quindi, in quel momento, neanch’io».