Alessandro Borghi parla di Supersex, la serie su Rocco Siffredi
Alessandro Borghi ospite di Stasera C’è Cattelan presenta la serie “Supersex” dedicata a Rocco Siffredi e disponibile sulla piattaforma di Netflix. L’attore sta promuovendo la nuova serie del colosso della piattaforma streaming disponibile dal 6 marzo. Un lavoro importante di cui è molto orgoglioso. Intervistato a Radio Deejay, l’attore ha dichiarato: “sono molto contento che la serie esca oggi, perché è stato un percorso lunghissimo. Tra di noi abbiamo chiamato quella di oggi la “giornata della liberazione”. È un progetto di tre anni che vede la luce, ora non è più nostra ma del pubblico”. L’attore si è poi soffermato sulle sensazioni provate nel prestare il volto al re de cinema a luci rosse in Italia e nel mondo: “è stato faticoso, anche da un punto di vista fisico. Non c’è nulla di più faticoso di fare l’amore per finta. Si fatica e non c’è mai il premio finale. è una cosa infinita. È tutto in isometria. È stato faticoso. E poi c’era una parte emotiva, che riguardava quest’uomo a cui ormai voglio molto bene, perché mi ha aperto le porte di casa, del suo cuore, della sua mente. Ha condiviso cose anche molto private, rendendomi parte di un processo. Aveva deciso di volersi fidare per darmi la possibilità di avere degli strumenti per raccontarlo”.
Riguardo la trama di Supersex ha rivelato in anteprima: “mancava da dire solo quello che non si sapeva. Quando una persona sta così tanto sotto i riflettori, tutti sono convinti di conoscerla perfettamente. Ma ci vedono attraverso il filtro del racconto, della narrazione. La serie era per dire “Se pensavate di conoscere Rocco Siffredi, non è così”. C’è tutta una storia dietro, ve la raccontiamo dentro la serie. Si parla di fratelli, di famiglia, di amore”.
Alessandro Borghi: “nella serie Supersex c’è un accento importante su un Rocco Tano a 8 anni”
Non solo la gesta e la fama di Rocco Siffredi come re del porno nella serie Netflix Supersex, ma anche un pezzo di vita finora mai raccontato e tenuto segreto. Nelle varie puntate delle serie tv disponibile al 6 marzo su Netflix, si parla anche di Rocco Siffredi bambino come ha rivelato il protagonista Alessandro Borghi: “c’è un accento importante su un Rocco Tano a 8 anni. È un bambino nato tra i giardini di Ortona, che guardava la madre con gli occhi dell’amore, ma la mamma non guardava lui perché c’era un fratello che ne aveva un po’ bisogno. L’unico raggio di luce è questo fratellastro, che diventa il suo maestro”.
Per interpretare al meglio Rocco Siffredi, Borghi ha conosciuto anche la famiglia dell’attore hard: dalla moglie ai suoi due figli. “Il grande potere dell’intrattenimento è creare un’empatia che il solo racconto non può replicare. Posso raccontare una cosa quanto voglio, ma se faccio un film prende vita. Forse per i figli è stato lo stesso. Vedere rappresentata una cosa ha un impatto diverso” – ha detto l’attore che ha concluso dicendo – “i ragazzi sono curiosissimi. Essendo cresciuti in un contesto di assoluta libertà, parlano senza problemi di certe cose di cui magari ci ho messo 15 anni a parlare con i miei amici, mentre si vergognano di altre che a me sembrano normalissime”.