La lunga corsa verso le elezioni europee del 2024 sta per iniziare e le prime strategie sono già in atto. Tutto da scrivere il futuro di coalizioni e alleanze, il politologo Alessandro Campi ha le idee abbastanza chiare. Intervistato da Libero, si è soffermato così sul centrodestra italiano: “Alle europee ognuno corre per sé. Le alleanze si fanno eventualmente dopo. Quella italiana inventata da Silvio Berlusconi non so quanto sia esportabile in Europa, dovei partiti popolari e le destre conservatrici hanno nei confronti dell’estrema destra populista un atteggiamento di assoluta chiusura […] Forse a Salvini converrebbe lasciare il gruppo Identità e Democrazia e cercarsi nuove affiliazioni internazionali. Se pensa di fare competizione da destra a Giorgia Meloni rischia, non tanto di mettere in crisi il governo, ma di confinarsi in uno spazio di malcontento e protesta”.
L’opinione di Alessandro Campi
Analizzando il possibile centrodestra europeo, Campi ha spiegato che sono state fatte diverse simulazioni e per quanto possano crescere le varie formazioni di destra difficilmente ci saranno i numeri per una maggioranza priva di sinistra socialista e verdi. Ecco la sua analisi: “Lo scenario più plausibile è quello di un allargamento ai conservatori – ma non ai populisti – della maggioranza che attualmente governa l’Europa. Questo certamente influirà sull’agenda politica europea, penso ad esempio alle politiche per l’ambiente oggi improntate a un vero e proprio radicalismo ideologico. Lo stesso si può dire per l’immigrazione”. Campi è stato poi interpellato sulla rivolta nelle banlieue in corsa in Francia, conferma dell’implosione del macronismo: il politologo ha rimarcato che l’attuale presidente transalpino ha costruito la sua fortuna sulla rovina dei partiti gollista e socialista ed è stato scelto essenzialmente come garante di un sistema che stava implodendo e in funzione anti-Le Pen. E ancora: “Ma le sue politiche sociali fatte di continui tagli hanno finito per alienargli anche il consenso di molti suoi sostenitori. La mia impressione è che non funzioni più un modello presidenziale privo di corpi intermedi e forme di mediazione sociale”.