Alessandro Di Sarno, storico inviato de Le Iene, ha ammesso di soffrire di depressione proprio all’interno di un servizio del programma di approfondimento, che ha trattato il tema della salute mentale. Il giornalista ha rivelato di lottare con questo disturbo da ormai molto tempo. “In autunno, periodicamente, ci cado. È iniziato quando avevo 35 anni. Ero in macchina e ho iniziato a sentire un profumo di inverno, che mi portò una profonda tristezza. Non ricordo fosse successo qualcosa. All’epoca vivevo e lavoravo in Francia, avevo una carriera splendida. Arrivai a casa ed ero come in uno stato di anestesia, si era spento qualcosa. È come se avessi avuto un infarto all’anima”, ha raccontato.



Inizialmente ha tentato di fingere che tutto andasse bene, ma non è stato semplice. “Non avevo più voglia di fare niente. I miei figli e mia moglie si ritrovarono con una persona totalmente diversa. Io per loro fingevo di stare bene, mettevo una maschera. Era l’unica motivazione. Non volevo soffrissero. Quando non c’erano piangevo. Pensavo che la mia vita fosse finita, di non servire più a niente, di non avere mai combinato nulla, di non essere un bravo marito o padre”.



Alessandro Di Sarno: “Soffro di depressione”. Il racconto a Le Iene

La depressione ha portato Alessandro Di Sarno, storico membro della redazione de Le Iene, a vivere in una vera e propria bolla. “Mi sono chiuso in casa. Non mi lavavo neanche. Tutto era diventato difficile, pesante. Il lavoro era andato a put*ane”. Le persone che gli sono rimaste vicine però non mancano. “Io ho avuto la fortuna di trovare coloro che mi hanno fatto lavorare, prendendosi dei rischi”. Poi è arrivato anche un aiuto concreto dal punto di vista medico. “Una mia amica, circa 5 anni fa, mi disse che non dovevo più ricaderci. Mi ha fatto entrare in una clinica dove si sono presi cura di me. Mi hanno ridonato una vita normale”.



È così che il giornalista è tornato a lavorare, ma non è andata per il meglio. “Prima di un servizio mi misi a piangere, non riuscii a farlo. Tornai a casa. È per questo che non ho più lavorato. In redazione non sono andato per due anni”, ha raccontato. Adesso sta cercando di riappropriarsi della sua vita. “Un passo alla volta, sto tornando”. La speranza è che questa volta sia per sempre.