Alessandro Egger racconta la sua esperienza a Ballando con le Stelle da Francesca Fialdini, nella nuova puntata di Da noi… A ruota libera. “Piccola curiosità: ti ho visto l’altra domenica. Mi hai catturato lo sguardo e ora sono qua, una coincidenza?”, racconta il giovane concorrente del dance show di Milly Carlucci. Reduce da una performance positiva, il modello e attore ha spiegato il segreto del suo successo: “Noi facciamo balli sempre carichi di energia, quindi va conservata. Mi sorprende quello che arriva al pubblico”.

Nessuna preparazione alle spalle, fondamentale l’aiuto di Tove Villfor: “Sembravo un pezzo di legno che muoveva le gambe, infatti erano spaventati, mi hanno detto di sciogliermi. L’inizio è stato un po’ preoccupante”, racconta Alessandro Egger.

ALESSANDRO EGGER E LA GUERRA DEI BALCANI

Di sicuro è un momento positivo per la sua vita, che di sicuro è molto complessa, essendo nato durante la guerra dei Balcani. “Da bambino non riesci a connettere in maniera precisa, i bambini giocano in qualsiasi situazione, non vedono i problemi. Ma ci sono cose che mi hanno segnato. Ad esempio, quando andavamo al mercato vedevamo i palazzi distrutti. I ragazzi sono cresciuti con una certa tristezza”, spiega Alessandro Egger. La nonna era impegnata negli aiuti umanitari, organizzava con i volontari i soccorsi e gli aiuti. Lui era a conoscenza di quello che accadeva, anche se non ne aveva la piena consapevolezza. “L’ho capito con gli anni”. Di sicuro, sua nonna è stata un punto di riferimento per lui. “Avere una casa, avere da mangiare e da bere non è scontato”, spiega a Da noi… A ruota libera.

LA RABBIA PER L’INFANZIA DIFFICILE…

Bello e intelligente il modello e attore: “Parlo sei lingue. Ad esempio, italiano, serbo, olandese e inglese perché ho vissuto un periodo ad Amsterdam e Londra. Lì ho fatto anche lo spazzino della metropolitana, pagavano bene”. La famiglia di Alessandro Egger non è benestante, ma ha una storia popolare, solo recentemente ha cominciato a migliorare. “A me andava bene qualsiasi cosa”. “Sicuramente mi ha dato forza, ho avuto sì tanta delusione, ma adesso penso a quanta fortuna ho per questo percorso. Dieci anni fa ero arrabbiato, ora sono contento. Senza quella rabbia non sarei qui probabilmente”.