Ex pilota di Formula 1 e figlio di un maestro dolciario, Alessandro Nannini è noto alle pagine di cronaca anche per essere il fratello di Gianna Nannini. La carriera su pista dell’imprenditore è terminata nel ’90 a causa di un brutto incidente in elicottero, proprio nel periodo di maggiore successo in campo sportivo. La lesione all’avambraccio destro lo ha spinto a lasciare il volante per sempre, dopo 76 Gran Premi di presenza e una vittoria ottenuta con la Benetton-Ford al GP del Giappone. Alessandro però non si è dato per vinto e ha trovato nell’azienda di famiglia una nuova pagina di vita. “Quando correvo io c’erano magari 100 persone a lavorare per un team“, ha detto tempo fa a Il Tirreno, “ora in alcuni casi ne abbiamo dieci volte tante: è un’industria nell’industria, con costi che sono lievitati in maniera incredibile e che hanno portato a una concorrenza ancora più spietata tra i top team“. L’amore per la strada in Alessandro è nata fin da bambino: a soli sei anni guidava la Vespa e finiva spesso in ospedale a causa di brutte cadute. “In famiglia abbiamo sempre avuto una vena di pazzia“, ha detto di lui la sorella durante lo speciale In Arte… Gianna Nannini, in replica nella prima serata di Rai 3 di oggi, giovedì 16 luglio 2020. Alessandro ha avuto una parte nella decisione della sorella di dedicare la sua vita alla musica. “Devi solo cantare”, le ha detto, come ha riferito la stessa rocker a Domenica In tempo fa.



Alessandro, fratello Gianna Nannini: le sue parole su Alex Zanardi

Alessandro, fratello di Gianna Nannini, rimarrà sempre legato al mondo sportivo e in occasione del brutto incidente che ha travolto Alex Zanardi, ha deciso di dire la sua. “Io ci credo al destino. Ci ho creduto quando ha bussato alla mia porta il 12 ottobre del 1990 con l’incidente sull’elicottero, davanti alla villa di famiglia a Belriguardo”, ha detto a Quotidiano poco tempo fa, “proprio nel momento migliore della mia carriera in Formula 1, dopo che avevo rifiutato di correre per la Ferrari. Così come credo oggi che il destino aspettasse Alex Zanardi, dietro quella curva maledetta sulla strada di Pienza“. Anche se Nannini non si considera un amico intimo di Zanardi, lo ha sempre visto come una forza della natura. “Gli incidenti che sono toccati a lui sono molto più gravi di quello che è toccato a me”, ha aggiunto, “ha lottato molto più di me contro la cattiva sorte. E ha reagito molto meglio, ha dimostrato una capacità di lottare e di amare la vita che non hanno eguali“. Nannini ha deciso però di non andare a trovare Zanardi in ospedale, per evitare che gli altri fraintendano il suo gesto, che pensino voglia farsi pubblicità. Questo però non gli impedisce di essere sicuro che agli incidenti così drammatici si sopravviva solo grazie alle proprie forze e a quelle dei propri affetti. “Il sostegno e le lacrime della gente non le senti”, ha concluso, “non passano attraverso quei vetri in un reparto d’ospedale”.

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