Alessandro Gassman, noto attore romano e figlio d’arte, è spesso e volentieri al centro delle cronache extra-cinematografiche per via delle sue prese di posizione a volte importanti nei confronti di questioni di politica e d’attualità. Lo si evince anche da quanto accaduto nelle scorse ore quando lo stesso storico sostenitore della sinistra, si è espresso in favore della “patrimoniale”, la legge considerata il nemico numero uno del centrodestra in quanto attinge dal patrimonio degli italiani, ovviamente i più ricchi, trasformando poi il prelievo forzato in tasse.
“In momenti difficili – il tweet pubblicato ieri dall’attore 56enne – chi ha molto può, e secondo me dovrebbe, dare a chi è in maggiore difficoltà. Nel nostro Paese, chi è da anni in maggiore difficoltà sono i giovani”, per poi conclude il suo intervento con l’hashtag #patrimoniale. Ovviamente il riferimento è alla famosa dote di Enrico Letta per i 18enni, la proposta di tassare il patrimonio degli italiani più ricchi di modo da garantire 10mila euro ai neo maggiorenni come base per costruirsi un futuro.
ALESSANDRO GASSMAN: “SI ALLA PATRIMONIALE”. LE REAZIONI: C’E’ ANCHE SIMONA VENTURA
Il cinguettio di Gassman ha trovato diversi consensi, come ad esempio chi ha scritto “Bravo, sono d’accordo con te”, “Già ti amo, ora ancora di più”, “Detto da te vale doppio”, “Parole sante”, ma la maggior parte non ha apprezzato la proposta dello stesso protagonista del mondo dello spettacolo, come ad esempio chi ha commentato scrivendo: “il problema è pensare di risolvere i problemi strutturali con bonus a pioggia”, ma anche “tassando tutto ciò che uno si è guadagnato o costruito nella vita”, e ancora “Devono dargli lavoro e dignità, non soldi e pantofole”.
Fra i tanti che hanno espresso il proprio punto di vista anche Simona Ventura, che sembra pensarla diversamente: “Io invece credo che i giovani abbiano bisogno di opportunità da mordere, di sogni da realizzare, di ostacoli da superare. Basta assistenzialismo”. Ovviamente vi tralasciamo tutti gli insulti e le offese, che non servono assolutamente a nulla, e soprattutto, non permettono di dare vita ad una discussione costruttiva.