Alessandro Gentile sta combattendo una battaglia contro la depressione, che ha deciso di rendere pubblica con un messaggio sui social nel quale ha precisato: “Ma io non sono matto”, per chiarire la situazione a chi non ha ancora le idee chiare su cosa sia la depressione. Anche per questo motivo, il giocatore di Varese basket ha accettato di parlarne, pre tramite una lunga intervista concessa al Corriere della Sera, nella quale Alessandro Gentile ha spiegato: “L’argomento è delicato, ma è importante. La salute mentale è fondamentale, ma penso anche che sia sottovalutata, soprattutto di questi tempi. La gente si sente isolata e sola, ma forse si vergogna a dirlo. Dato che vivo situazioni simili, volevo dare un aiuto a chi soffre di certi disturbi ed è in difficoltà a raccontarlo”.



Alessandro Gentile ha dunque voluto approfondire il tema, partendo dalla propria esperienza che vuole condividere con chi sta vivendo momenti difficili: “Quando capitano certe cose è come se sentissi che stai impazzendo. Ti senti fuori luogo, fuori dal mondo: sono sensazioni brutte e difficili da spiegare e parlarne, magari con persone che non hanno la minima idea di che cosa significhi vivere un’esperienza così. Per questo motivo è giusto chiedere aiuto a chi è competente. Non bisogna vergognarsi di farlo, ecco il mio messaggio”. Gentile inizialmente aveva tenuto nascosto il suo momento difficile, finché “sono arrivato a un punto in cui non ce la facevo più a gestirlo. È successo l’anno scorso dopo il Covid: la paura e l’isolamento hanno creato brutti scenari”.



ALESSANDRO GENTILE RACCONTA LA DEPRESSIONE

Alessandro Gentile ha raccontato che il primo aiuto è arrivato dalla famiglia, genitori e il fratello Stefano, ma poi “mi sono rivolto a uno psichiatra, successivamente a una psicologa. Con lei continuo a lavorare, condividendo paure e sofferenze: ho capito che noi esseri umani non siamo delle macchine”. Il basket che ruolo ha? La risposta di Gentile è chiara su questo punto: “La mia vita è molto più grande della pallacanestro ed è giusto dare il peso corretto alle cose. L’esistenza non si riduce a quello che succede in campo, nonostante il basket sia la mia passione e il mio lavoro e influenzi gli stati d’animo. Non cerco aiuto in questo contesto”. La battaglia contro la depressione, specifica Gentile, non si vince o si perde: “Si impara al massimo a gestirla, convivendo con queste sensazioni per accettarle e superarle”.



Nel mondo dello sport sono sempre di più i campioni alle prese con la depressione, forse a causa dell’altalena di emozioni e delle pressioni a cui sono sottoposti gli sportivi di maggiore spicco: “Ho quasi 30 anni, di alti e bassi ne ho conosciuti troppi. Non leggo nemmeno più le critiche. Non mi interessa”. Alessandro Gentile ha comunque parlato anche di sport giocato e della sua carriera: crede che Varese possa risalire in classifica, dopo l’esperienza all’Olimpia Milano “ho commesso molti errori e me ne assumo la responsabilità”. Il rimpianto principale è l’esperienza con il Panathinaikos che non è andata come avrebbe voluto. Gentile non ha grandi amicizie nel mondo del basket ma “credo di aver lasciato un buon ricordo in quelli con cui ho giocato”. Infine, un messaggio di serenità: “Mi dico ‘avanti tutta, Ale’. Con grande amore per quello che faccio, per la vita e per le cose belle che ho”.