Alessandro Greco e Beatrice Bocci raccontano il loro percorso di coppia e di fede che li ha portati a condividere la forza della loro fede. Ospiti della trasmissione BellaMa’, in onda su Rai Due, Beatrice Bocci spiega di aver scelto la famiglia a discapito del lavoro perché “potevo tranquillamente continuare a lavorare, però in questo percorso ho incontrato la fede e ho incontrato Gesù. È stata una discriminante, a un certo punto ho messo tutto in un’altra scala di valori, e ho capito che il mio senso era da un’altra parte. La scelta è stata a rimanere a casa e occuparmi della mia famiglia, dei miei figli e di molte altre cose”.



La loro decisione di diffondere pubblicamente la loro fede “è il tentativo di attualizzare quello che il Signore ci chiede. Nel momento in cui scopri la perla preziosa, non la puoi tenere solo per te ma devi testimoniarla, devi comunicarla anche agli altri, ai fratelli e alle sorelle, alle persone che incontri nel tuo cammino di vita – spiega Alessandro Greco – Il fatto di appartenere al Signore e di frequentarlo quotidianamente, te lo porti poi in tutti gli ambiti della vita, nella sfera privata ma anche in un’attività pubblica come questa”. Beatrice Bocci conferma, spiegando che “abbiamo iniziato un’esperienza forte di fede che ci ha portato a viaggiare, a incontrare tante comunità in tutta Italia e ogni volta che andavamo a far testimonianza c’era curiosità perché facciamo un lavoro particolare”.



Beatrice Bocci e Alessandro Greco: “ci teniamo per mano nonostante le diversità”

Alessandro Greco e Beatrice Bocci, coppia affiatatissima nella vita e nella condivisione della fede, confessano di cercare “di rinnovare quest’amore decidendo di tenersi per mano e camminare insieme nella vita nonostante i colpi duri della vita. Ci sono tante compromissioni che entrano all’interno della coppia, di una famiglia, che non a caso è un’istituzione molto combattuta, molto tentata dal mondo e dalla vita – racconta la coppia nel salotto di BellaMa’ – Continuare a tenersi per mano nonostante le proprie diversità, per un bene più grande che è appunto l’amore”.



Beatrice Bocci  vuole anche confessare i ricordi più dolorosi del suo vissuto, raccontando che “vengo dalla ferita di una separazione” e parlando di “un lutto a tutti gli effetti, è un percorso molto doloroso. Mia figlia ha sofferto tantissimo per questo motivo. Per me le famiglie ferite sono il mio cuore. Da quel momento ho sentito di essere chiamata a raccontare questa esperienza di resurrezione di vita nuova come una forza potente, una risorsa sconvolgente ma fondamentale. Per me è stata importante questa chiamata dietro le quinte, un po’ in ombra. È stato proprio dare senso alla ferita e alle lacrime, perché niente va gettato e buttato, ma tutto serve e concorre perché diventa occasione”. Ribadendo la sua “vicinanza a tante persone che invece sono nella sofferenza perdono un po’ l’orientamento e vengono coinvolte in una coltre che può diventare una tomba, ti può schiacciare”.