L’avvocato di Alessandro Impagnatiello, Sebastiano Sartori, ha annunciato ai microfoni della Rai, in mattinata, di aver rinunciato all’incarico affidatogli dall’assassino. Il barman 30enne ha confessato, due giorni fa, di aver ucciso la sua fidanzata, Giulia Tramontano, e il figlio che lei portava in grembo, Thiago, con due coltellate. Non solo, perché l’uomo avrebbe anche provato a liberarsi del corpo, cercando di dargli fuoco, per due volte, senza successo, prima di scaricarlo in un fossato. Era stato lo stesso Alessandro Impagnatiello a lanciare l’allarme sulla scomparsa di Giulia Tramontano e per i quattro giorni che hanno separato l’omicidio dalla confessione aveva anche cercato di coprire le sue tracce, mandandole messaggi dove le chiedeva di tornare, ed addirittura rispondendo lui stesso tramite il cellulare della fidanzata morta.



Il legale di Alessandro Impagnatiello rinuncia all’incarico

Nella giornata di oggi, poi, la svolta nel caso di Alessandro Impagnatiello, con l’annuncio da parte del suo legale, Sartori, di essere intenzionato a rinunciare all’incarico. L’avvocato era stato nominato dallo stesso barman il 31 maggio, quando ancora si cercava Giulia Tramontano, che in quel momento era data per dispersa e non per deceduta. Aveva chiamato il legale, raccontò, per tutelare la sua immagine personale, oggetto mediatico di particolare attenzione in quelle giornate.



Il legale Sartori nel pomeriggio di oggi ha incontrato il suo ex assistito, Alessandro Impagnatiello, all’interno del carcere San Vittore di Milano, fermandosi puoi fuori dalla struttura per rispondere ai giornalisti. Ha detto che attualmente l’assassino si trova in una cella condivisa e non più in isolamento, sottolineando che lui continua a confermare di aver ucciso Giulia da solo, senza complici. Il legale ha anche detto che Alessandro Impagnatiello non si è disfatto del coltello con cui ha ucciso la fidanzata e che ha indicato esattamente alle autorità dove potranno trovarlo, nella sua abitazione. Infine, ha sottolineato che “sarà sicuramente da valutare la sua sfera psicologica. Nel frattempo lui è sempre più lucido e ha preso coscienza di quello che ha fatto”, poco prima di annunciare la rinuncia all’incarico per “una questione tra me e il mio assistito, per motivi connessi al rapporto fiduciario e dunque coperti da segreto professionale”.

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