Alessandro Morelli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla programmazione economica, è stato intervistato dal programma di Rai Radio 1, Ping Pong. Le prime parole sono state per il gravissimo attentato avvenuto ieri in Francia, dove si è verificato un vero e proprio attacco a suon di accette e mannaie, uccidendo una persona. “E’ una brigade gravissimo rispetto a quanto è avvenuto già nel passato quindi sappiamo di attentati terroristici, di cosiddetti lupi solitari singoli che hanno causato organizzazioni legate chiaramente al tema religioso, che hanno compiuto degli atti tragici in giro per l’Europa nel corso degli ultimi anni, ma in questo caso parliamo di una squadraccia sostanzialmente che ha avuto la volontà, la premeditazione, di compiere un atto così grave, peraltro colpendo dei giovani, con delle motivazioni che per quanto ne sappiamo ci appaiono futili ma dall’altra parte sono gravissime, confermando quanto noi abbiamo affermato per tanti anni e cioè che purtroppo il modello di integrazione realizzato in tanti Paesi e diciamo che è andato per alcuni anni alla grande anche qui promossa alla grande anche qui in Italia, soprattutto nelle grandi città, non è un modello che ha funzionato”.
Si parla poi dell’omicidio di Giulia Cecchettin, e a riguardo Alessandro Morelli ha commentato: “Io ritengo che di fronte a una tragedia tale non si possano né commentare a caldo le dichiarazioni di nessuno dei protagonisti perché è evidente, queste famiglie sono distrutte, le persone che sono oggetto di questa tragica vicenda sono le principali vittime, oltre chiaramente alla persona, alla giovane che è mancata così tragicamente”. Ma c’è del patriarcato? “Io ho il timore che ci sia una politicizzazione troppo evidente rispetto a questo fatto e ritengo che questo non sia il bene di una situazione tanto grave. Politicizzare rischia di farci perdere l’obiettivo e l’obiettivo è chiaramente poter difendere al meglio persone che sono messe in grave pericolo da altri personaggi. Ora, dunque, politicizzare oggi mi pare la cosa più sbagliata. Noi dobbiamo focalizzarci sull’obiettivo. L’obiettivo è, per esempio, il fatto che proprio in questa giornata ci sarà l’approvazione, mi auguro, in sede parlamentare del DDL, proprio sui femminicidi. E questo è uno spunto che noi dobbiamo dare positivo nel momento così tragico, così grave, anche di dibattito pubblico la politica si è unita, sono stati chiusi sostanzialmente il dibattito in tempi record in Commissione e oggi appunto ci sarà l’approvazione in Senato”. Secondo l’esponente delle Lega serve “Un percorso culturale che si deve fare nelle scuole, che devono fare le famiglie, è evidente che anche le famiglie hanno un ruolo. Purtroppo in questi anni, ce lo dobbiamo serenamente dire, le famiglie forse sono state un po’ assenti rispetto al tema dell’educazione dei propri figli, oberate anche chiaramente da altre responsabilità”.
ALESSANDRO MORELLI FRA MES E MANOVRA ECONOMICA
Sulla manovra economica e gli emendamenti presentati dalla Lega: “Sono emendamenti ordinamentali, quindi non hanno alcuna volontà, alcuna valenza rispetto alle tematiche che riguardano la manovra, quindi le tematiche finanziarie”. Sul MES, per cui l’Italia è l’unico Paese che non l’ha ancora approvato: “Per come era fatto il MES, quel MES era totalmente ricevibile. Dunque partendo da quella base, io ritengo che sia doveroso per il governo italiano fare comunque, approfondire quelli che sono gli spunti possibili di miglioramento di qualunque attività che venga posta in essere in Europa, partendo da una base d’asta che, come ribadisco, è un no”.
Se l’Italia non lo sottoscrive gli altri Paesi non potranno usare il MES: “In Europa non possono non essersi accorti che è cambiata la direzione di questo governo”, comunque “su qualunque cosa ritengo che il nostro lavoro sia proprio ragionare altrimenti non ci chiameremo parlamentari”. Tornando sulla manovra, che qualcuno lha definita di sinistra: “Questo vorrebbe dire che finalmente qualcuno si sta occupando dei ceti medio-bassi, perché come lei ricordava giustamente abbiamo puntato sul cuneo fiscale, uno degli argomenti che è stato cardine delle politiche della sinistra per tanti anni, il cosiddetto taglio del cuneo fiscale, per tanti anni l’hanno promesso, noi lo facciamo. Quindi io non ritengo che sia una cosa di sinistra, è una cosa di buon senso, giusta soprattutto in una fase storica ed economica per le famiglie che è quella che stiamo vivendo e cioè con un’inflazione così alta che chiaramente colpisce le fasce meno abbienti della nostra popolazione. Lei ricordava i dati di Banca Italia, tre famiglie su quattro vedranno questo chiaramente con favore”. E ancora: “Quando gli italiani guarderanno, troveranno la loro prima busta paga dell’anno che sarà una busta paga più pesante, tre famiglie su quattro”.
ALESSANDRO MORELLI: “UNA MANOVRA ANCHE PER IL CETO MEDIO”
Alessandro Morelli ha poi precisato: “Per quanto riguarda il ceto medio, questa manovra, chiaramente con una, diciamo, battaglia della Lega che è stata vinta, che è durata per tanti anni, finalmente è stato cancellato il maxi acconto di novembre per quanto riguarda le partite IVA, quindi per chi non lo sa le partite IVA dovevano dare un un acconto sostanziale per l’IVA dell’anno successivo senza ancora aver introitato un euro dell’anno successivo”.
Sul Ponte sullo Stretto di Messina infine: “Questo non è un ponte che collega Sicilia e Calabria, questo è un ponte che collega Palermo con Berlino, quindi non è una visione, non dobbiamo ridurre questa grande infrastruttura a un’opera, diciamo, provinciale, regionale, ma dobbiamo guardare a un’opera continentale. Se lei mi avesse posto questa domanda cinque anni fa, io le avrei detto no, il ponte no. Perché? Perché spendere 12 miliardi di euro pubblici per collegare due medie città italiane che oggi hanno un collegamento, seppur non proprio ottimo come il traghetto, che già permette ai nostri concittadini di visitare di qua o di là o di attraversare verso la Sicilia, io le avrei detto che probabilmente questa spesa era troppo ingente”, aggiungendo: “E’ un investimento dell’Italia e dell’Europa verso quelli che sono nuovi mercati”.