Non è mai stata trovata l’arma con cui è stato ucciso Alessandro Neri e c’è il Dna femminile trovato sugli slip. Questi sono solo alcuni punti oscuri dell’omicidio, di cui si torna a parlare oggi a “La Vita in Diretta”. Ad esempio, la donna che ha lasciato la traccia potrebbe aver assistito all’omicidio o addirittura averne preso parte. Eppure le indagini sulla morte del giovane di Pescara potrebbero essere vicine ad una svolta. «Gli inquirenti sono convinti che l’omicidio sia maturato nell’ambito dei suoi affari. Sembra che si fosse messo in questo giro, pur mantenendo le distanze. In pratica procacciava soldi per acquistare stupefacenti, quindi il suo coinvolgimento avrebbe generato quella concatenazioni di eventi che ha portato all’omicidio», ha dichiarato l’inviato Max Franceschelli. La madre della vittima, Laura Lamaletto, ha dichiarato a Francesca Fialdini: «Ho deciso di rompere un silenzio dovuto, in primis a me e poi utile per gli inquirenti. Quegli arresti delle scorse settimane? Non c’è collegamento reale con la morte di Alessandro. Il procuratore comunque mi ha rassicurata: ha letto 1200 pagine, quindi c’è una mole di lavoro da fare. Io continuo a confidare in loro». (agg. di Silvana Palazzo)
ALESSANDRO NERI, UCCISO PER UN DEBITO?
È passato più di un anno dall’omicidio di Alessandro Neri ma non è stata ancora fatta chiarezza sulla morte del giovane di Spoltore. La madre Laura Lamaletto continua a chiedere la verità, infatti oggi sarà ospite a “La Vita in Diretta” per lanciare l’ennesimo appello, visto che il delitto è ancora irrisolto. Alessandro Neri fu barbaramente assassinato a colpi di pistola il 5 marzo di un anno fa e ritrovato cadavere tre giorni dopo a Fosso Vallelunga, nella periferia di Pescara. Il movente del delitto potrebbe essere riconducibile al coinvolgimento della vittima in un giro di attività illecite connesse ad una banda di spacciatori individuata e arrestata nelle scorse settimane. Lo ha dichiarato la criminologa Roberta Bruzzone al settimanale Giallo. «Sulla base di quanto si apprende da indiscrezioni investigative, avrebbe avuto una disponibilità economica incompatibile con la sua situazione personale e lavorativa: circa 10mila euro». Un dettaglio che farebbe ipotizzare che aveva con sé quel denaro per ripianare un debito che potrebbe aver maturato con chi lo ha ucciso.
L’IPOTESI DI ROBERTA BRUZZONE
Per Roberta Bruzzone questa ipotesi investigativa è verosimile. E dunque proprio questa ricostruzione dell’omicidio potrebbe portare alla svolta nel caso. Ma si attendono anche conferme scientifiche su una importante indiscrezione emersa qualche settimana fa. Le tracce dello pneumatico rivenute nel luogo del delitto sarebbero compatibili con l’auto Opel Meriva che fu trovata bruciata nelle ore successive all’omicidio. Quell’auto sarebbe stata filmata da un telecamera vicino alla vettura di Alessandro Neri, la 500 Rossa trovata parcheggiata sul lungomare di Pescara. Gli inquirenti, attraverso la vettura rottamata, sarebbero anche risaliti al proprietari. E dunque sono scattati approfondimenti anche in tal senso. In occasione del primo anniversario dalla scomparsa di “Nerino”, come lo chiamavano i suoi amici, è stato esposto uno striscione sull’asse attrezzato, a ridosso del Ponte Risorgimento, che recitava: «Verità per Ale».