Alessandro Preziosi, ospite di “In Barba a tutto” su Rai 3, racconta il suo essere padre: “Io distinguo dunque momenti della paternità: uno quando l’ho saputo, a 21 anni, e poi quando è nato, a 22 anni. Non credo che a quell’età si abbia neppure l’idea di cosa significhi uno shock. È stato un dono meraviglioso. Mio figlio adesso ha quasi 29 anni, io ne ho 50 fatti. Penso che se non avessi avuto mio figlio a quell’età non avrei mai fatto l’attore: all’epoca facevo l’avvocato”. Secondo l’artista “non avrei mai fatto qualcosa di cui un giorno mio figlio sarebbe entrato in possesso, ossia un atto di libertà. La libertà di poter decidere soli che strada percorrere. Ho lavorato per un anno in uno studio di diritto tributario”.



“Cosa lascio in eredità?” si chiede poi l’attore. “Sono a favore del lasciare qualcosa in eredità quando sono ancora vivo. Credo che entrare in relazione occasionale con la persona che ti ha preceduto, sia un errore. Considerarla come un mucchio di valori non ti permette di entrare in contatto vivo e sostanziale con quello che ricevi. Per me lasciarla in vita vuol dire condividere e parlarne. Non parlo ovviamente non beni materiali” spiega.



Alessandro Preziosi: “Amore e amicizia nei confronti delle mamme dei miei figli”

Alessandro Preziosi, a “In Barba a tutto”, racconta poi qualche lato più intimo del suo lavoro da attore: “Il nostro lavoro vive quantisticamente di una sovrapposizione di dimensioni che diventano condivisione emotiva. Quando interpreti dei ruoli, hai qualcosa che scorre parallelamente alla progressione del tuo lavoro. Hai intorno a te qualcosa che è dentro ciò che dici e che evoca cose incredibili”. È anche un lavoro fatto di scoperte: “Ho sempre pensato che scoprire la mia parte femminile sia qualcosa che mi metta in pace e che mi relazioni con l’altro sesso”, rivela.



Parlando ancora di paternità, che l’attore vive con Andrea Eduardo, oggi 29enne, e con Elena, Preziosi lascia ai telespettatori una testimonianza importante, una sorta di testamento: “Io credo che la famiglia moderna abbia un principio semplicissimo. Se tu ami davvero i tuoi figli non puoi non dar loro la possibilità di avere il rispetto progressivo che diventa amore e poi amicizia nei confronti delle loro mamme. Quando mi sono separato da Vittoria Puccini, un amico mi disse: ‘Se tu vuoi veramente bene a tua figlia, allora devi volere bene alla madre‘”.