Alessandro Proto, il più grande impostore italiano finito recentemente in manette con le accuse di manipolazione del mercato e ostacolo all’attività degli organi di vigilanza, è finito nel mirino de Le Iene per aver truffato una donna malata di cancro. Veronica Ruggeri ha raccontato la storia di Anna, donna malata di tumore che si è vista spillare 130 mila euro dall’imprenditore noto alle cronache per le sue finte amicizie e affari con i vip. Dopo essersi inventato di avere una figlia morta a cui non riesce a pagare le spese del funerale, Alessandro Proto ha poi affermato di avere un figlio in clinica psichiatrica bisognoso di cure costose. Anna, una donna molto fragile, ha deciso così di aiutarlo economicamente andando però incontro a un raggiro: «Sono caduta in un baratro fatto prima di pressanti richieste di denaro e poi di minacce legali a me e ai miei cari».
CHI E’ ALESSANDRO PROTO?
Ma chi è Alessandro Proto? Il suo nome, come dicevamo, ha fatto il giro dei giornali di mezzo mondo, l’immobiliare dei divi accostato a vip del calibro di George Clooney, Brad Pitt e Cristiano Ronaldo. Titolare di un’agenzia, Proto ha raccontato a Vice quando è partito tutto: «Avevo un’agenzia immobiliare a Lugano, era il periodo in cui Clooney voleva vendere la sua villa e i suoi avvocati scelsero alcune agenzie del Canton Ticino, tra cui la mia. Chiedevano solo la massima riservatezza su questa vendita, ciò ha fatto scattare in me la molla di divulgarla. Chiamai in redazione e dissi di avere una notizia: il cronista iniziò a farmi domande e capii che la cosa poteva effettivamente interessare. Dissi subito che avrei dato la notizia solo se fosse uscito anche il mio nome». Una capacità impressionante di manipolare la stampa per colui che è stato definito “il più grande impostore italiano”: «Loro con 50-100 euro pubblicavano quello che volevo pubblicare: feci pubblicare un articolo su Il Sole 24 Ore dove nel 2011 si diceva che io e Donald Trump avevamo costituito in Italia un fondo di investimento di 300 milioni di euro per salvare le piccole-medie imprese italiane. Quell’articolo mi costò 100 euro».