Alessandro, figlio di Luciano Rispoli, racconta il papà attraverso i suoi ricordi carichi di affetto e nostalgia. “Era un papà giusto, come avrebbe dovuto essere. Era presente, corretto, non eccessivamente affettuoso o amichevole – inizia a raccontare, ospite del programma L’Ora Solare su Tv2000 – Ci correggeva in modo giocoso, soprattutto a tavola. Avevamo l’appuntamento fisso della cena alle otto e poi il pranzo della domenica, erano momenti di colloquio e di conversazione. Da lì è diventato spontaneo parlare bene”.
Alessandro Rispoli spiega di aver sempre convissuto, assieme ai suoi fratelli, con la grandissima fama e la notorietà di papà Luciano: “è sempre stata una cosa naturale perché ci siamo cresciuti e l’abbiamo vissuta sin da piccoli”. Confessa però che “nel periodo dell’infanzia e soprattutto dell’adolescenza, verso i quattordici anni, abbiamo vissuto questa cosa con un po’ di fastidio, però poi ci siamo riavvicinati”. A oggi riconosce con voce commossa che “è stata una gran fortuna avere un papà così” che “era presente in tutte le nostre vita in maniera discreta, un faro nella notte”. Nel corso degli anni, Alessandro Rispoli riconosce di aver “riscoperto la sua umanità, perché crescendo come suo figlio l’ho sempre visto come un superuomo. Scoprire le sue fragilità e i suoi aspetti più sensibili mi ha fatto molto piacere”.
Alessandro Rispoli, “papà Luciano e mamma Teresa inseparabili fino all’ultimo”
Alessandro, figlio di Luciano Rispoli, regala ai telespettatori di L’Ora Solare, in onda su Tv2000, il ricordo del papà e del profondo legame che lo ha unito a Teresa Betto, mamma di Alessandro e dei suoi fratelli Andrea e Valeria. “Inseparabili fino all’ultimo e insostituibili uno per l’altra – confessa – non potevano fare a meno l’uno dell’altra. Mia madre è stata fondamentale per il suo lavoro perché era l’unica che aveva la possibilità di essere ascoltata da lui. Era il suo muro portante”. E svela anche un aneddoto divertente su papà Luciano: “lui curava molto di più i contenuti che l’aspetto, quindi spesso mia madre gli nascondeva o buttava vestiti o scarpe vecchie di cui lui non voleva disfarsi”.
Come professionista, Alessandro Rispoli ricorda che per il padre “il pubblico era importantissimo e lo rispettava in egual maniera a prescindere dalle persone dalla classe sociale. Aveva la stessa educazione nel rapportarsi al Presidente della Repubblica e al fruttivendolo da cui andava a fare la spesa. Per lui era spontaneo essere così”. Sottolinea infatti che “nella sua umiltà, papà non raccontava quasi mai dei suoi successi, del proprio passato e della propria vita. Quando tornava a casa parlava del presente e dei progetti futuri”.