Tra le incognite più grandi delle elezioni del 25 settembre, una di quelle che potrebbe ribaltare gli equilibri politici Paese, c’è la partecipazione dei giovani. Un dettaglio che aggiunge incertezza all’incertezza, come spiega a Mattino 24 Alessandro Rosina, docente di Demografia presso l’Università Cattolica di Milano: “Ci sono tanti indecisi, tante categorie diverse di elettori e quindi non è facile fare una campagna in poco tempo. Certo, qualche perplessità sull’efficacia si può sollevare, perché i dati dei sondaggi non fanno vedere un impatto di effettivo consolidamento, di crescita e di rafforzamento” spiega, fornendo un veloce panoramica.
“È vero però che tutto è ancora in gioco” prosegue, ricordando che “molto si deciderà nelle ultime settimane e giorni, soprattutto il voto dei giovani che non sono così pochi”. Come evidenzia Alessandro Rosina, “se guardiamo gli under 35 sono quasi 10 milioni, oltre il 20% dell’elettorato”, un dato molto significativo se teniamo conto che per la prima volta “è stato abbassato da 25 a 18 anni il voto per il Senato”. Il professore parla di questo fatto come di un e “piccolo aumento di peso che però deve trasformarsi in un’offerta politica ben mirata” che sappia rivolgersi davvero ai ragazzi e ai loro bisogni.
Alessandro Rosina, i giovani hanno bisogno di una “narrazione diversa”
Il professor Alessandro Rosina, intervistato a Mattino 24, dedica particolare attenzione alla fascia più giovane dell’elettorato. Nello specifico, parla di due “gruppi di temi” di forte interesse per gli under 35, a partire da quello “che riguarda le loro difficoltà, rispetto alla transizione scuola-lavoro, rispetto all’autonomia, rispetto alle politiche abitative”. Un tema, quello del lavoro-casa, “fortemente sentito, ed è fortemente sentita anche l’esigenza di poterlo raccontare anche con una narrazione diversa rispetto al passato, e non di sentir riproporre sempre gli stessi schemi” e le “solite promesse elencate che poi non riescono ad essere efficaci nel catturare l’attenzione dei giovani, che hanno bisogno anche di termini nuovi, di modalità nuove”.
Secondo l’analisi di Alessandro Rosina, i giovani vogliono essere attenti “al loro ruolo nel crescere e nell’essere parte attiva nel Paese che cresce con loro, e non scivolare ai margini”. E, parlando degli elettori giovanissimi, quelli con meno di trent’anni, fa notare che “sentono il tema dell’ambiente, dei diritti e quindi temi molto più ampi, più vasti e ideali rispetto a cui serve una capacità dei partiti non tanto di dire che sono temi importanti, ma di apparire credibili rispetto alle proposte che mettono nei loro programmi”.