“Sono molto timido, introverso e anche noioso e l’idea di dover rispondere a domande che non riguardano il mio lavoro m’imbarazzo”, esordisce così , ai microfoni di Pierluigi Diaco, Alessandro Sallusti che, diventando un giornalista, svela di aver realizzato il sogno che aveva da bambino. “Non ho mai lavorato un giorno in vita mia perché quando tu fai un lavoro realizzando il tuo sogno, quello non è lavoro”, aggiunge Sallusti confermando di aver sempre vissuto il suo lavoro come una passione personale che non ha mai sentito come un peso. Al di là del giornalista, il direttore spiega di essere anche un appassionato di sport solitari che pratica quando ne ha l’occasione, ma senza nessun obiettivo agonistico. “Io sono nato orfano di nonni. Penso che essere orfani di padre è una cosa tremenda perché ti fa perdere la percezione del presente mentre essere orfani di nonni ti fa mancare la profondità delle tue radici”, spiega Sallusti che, ricordando la sua infanzia, afferma di essere stato “un bambino ribelle con un padre molto duro”, aggiunge. A commentare la presenza di Alessandro Sallusti in trasmissione è Katia Ricciarelli che ammette di trovare il direttore de Il Giornale “un uomo molto affascinante” (aggiornamento di Stella Dibenedetto).
Alessandro Sallusti a Io e Te
Alessandro Sallusti, giornalista direttore de Il Giornale, è tra gli ospiti della nuova puntata di Io e te in onda questo pomeriggio su Rai1. Noto per le sue prese di posizione forti e provocatorie, negli ultimi giorni Sallusti si è reso nuovamente protagonista di uno scontro politico in cui ha attaccato direttamente il leader di Italia Viva Matteo Renzi. “Si chiama Italia Viva ma meglio sarebbe chiamarla Italia Morta”, è l’incipit dell’editoriale in cui commenta la notizia della presunta ‘fine’ dell’ex Presidente del Consiglio segnata dai risultati per nulla incoraggianti degli ultimi sondaggi. “Il suo voto nell’aula del Senato decisivo per mandare a processo Salvini – dopo che lo aveva salvato in commissione – è la plastica negazione di una narrazione che aveva preso forma alla Leopolda”, prosegue il direttore.
Alessandro Sallusti vs Massimo Giannini
Alessandro Sallusti è inoltre intervenuto per commentare le parole di Massimo Giannini, che a In onda ha denunciato la presenza di un fantomatico “ordine costituito” nei confronti del quale Matteo Salvini rappresenterebbe una minaccia. Prima ne critica l’operato: “Non sappiamo neppure se Giannini abbia partecipato in modo attivo alla distruzione di Salvini su mandato dei suoi lettori, certo la sua ammissione apre seri dubbi sull’autonomia di testate giornalistiche ritenute stupidamente libere e immacolate”. Poi entra nel merito della questione e osserva: “Se un ordine costituito ha il diritto di disfarsi in qualche modo – in qualsiasi modo verrebbe da dire ascoltando Giannini – di chi lo mette in discussione, beh allora anche l’ordine costituito egiziano potrebbe avere avuto qualche buona ragione a torturare e uccidere il nostro Giulio Regeni, da lui ritenuto una minaccia. Così come l’ordine costituito di Erdogan è giustificabile se incarcera i dissidenti senza giusto processo e lo stesso vale per le libertà e i diritti umani negati ai propri cittadini dai leader cinesi”.
Alessandro Sallusti: “Regole e metodi dell’élite sono sempre gli stessi”
Nel pronunciarsi sull’uscita del collega della Stampa, Alessandro Sallusti si dà a quella che dal suo punto di vista sarebbe un’‘amara’ considerazione: “Il problema è che Giannini ha ragione: l’ordine costituito ha deciso da tempo che il centrodestra – Berlusconi, Salvini o Meloni poco cambia – non deve mai più tornare alla guida dell’Italia. Dobbiamo ringraziare che, almeno fino ad ora, non ci condannino a bere la cicuta, come successe a Socrate, il filosofo costretto all’autoavvelenamento per avere sfidato con le sue tesi il potere costituito di Atene. Era il 399 avanti Cristo, ma regole e metodi delle élite sono ancora gli stessi”. Lo stesso Giannini, infatti, nelle sue dichiarazioni, faceva riferimento a “élite e tecnocrati” che terrebbero sotto smacco l’Italia, l’Europa e forse il mondo intero.