Alessandro Sortino, la fede mi ha aiutato

Alessandro Sortino, definito il giornalista cattolico, ha un passato molto importante nella storia della televisione italiana. Inviato di successo delle Iene dal carattere petulante, sfacciato e dalla personalità coraggiosa, è andato via in seguito ad un servizio su Mastella non andato in onda. Da quel momento ha lasciato le prime linee della televisione per stare più dietro le quinte, ha formato giovani al mestiere di inviato, ha fatto l’autore, ha vinto diversi premi e ha ideato programmi tv. Un ruolo importante nella sua vita è ricoperto dalla fede di cui parla lo stesso Sortino in un’intervista al Corriere della Sera, «Mi sono convertito a 18 anni leggendo il Vangelo».



Il giornalista cinquantaquatrenne romano parla di come sia nata e si sia sviluppata questa sua profonda fede, ricorda dei primi approcci al vangelo quasi per noia, gli scocciava studiare diritto. Da quel momento, afferma che la sua conversione alla fede è stata sempre più tangibile, aiutandolo anche nei momenti di difficoltà, parla anche di come è visto il cristiano nella società odierna constatando il fatto che al giorno d’oggi essere cristiani “penalizza”. «Il cristiano oggi si trova un po’ nelle condizioni in cui si trovavano i cristiani del primo secolo. Al centro di tanti conflitti», così dichiara al Corriere della Sera.



Il buon cristiano secondo Alessandro Sortino, «Se vuoi arrivare alla verità, devi incontrare le persone e guardarle negli occhi»

Nonostante sia un personaggio pubblico, Alessandro Sortino non nasconde la sua profonda fede avviata con una conversione avvenuta a 18 anni quando per caso si è approcciato alla lettura del vangelo. La fede è stata e continua ad essere fondamentale nella sua vita, in un’intervista al Corriere della Sera ha risposto a diverse domande inerenti alla questione toccando diversi temi, innanzitutto ha parlato del fatto che oggi essere cristiani penalizza perchè pone al centro di molti conflitti, si parla sempre di una minoranza che non viene vista di buon occhio.



Non per questo, prosegue, bisogna scoraggiarsi affermando che è proprio in questo momento che entra in gioco la fede, bisogna perseverare nell’essere credenti, nel suo piccolo afferma, di non essere riuscito a convertire nessuno. Durante l’intervista parla anche del suo nuovo libro «Il Dio nuovo – Storia dei primi cristiani che portarono Gesù a Roma», il giornalista parla proprio della grandezza di Dio che ha sacrificato il suo unico figlio per salvarci dal peccato, dalle violenze, dal bullismo e che «il potere ha condannato a morte», queste le sue parole al Corriere della Sera. Continua dicendo che se dicesse tutto questo ad un giovane non verrebbe minimamente ascoltato. In conclusione di intervista affronta anche la tematica della libertà come condizione necessaria per scegliere in maniera autonoma su tutto.