Una scelta di vita potremmo dire, quella di Alessandro Spanò che è balzato agli onori delle cronache per lasciare a soli 26 anni il mondo del calcio per dedicarsi agli studi. Già il capitano della Reggio Audace ( tornata nel frattempo a chiamarsi col nome di Reggiana) dopo la storica promozione nello spareggio col Bari in serie B dopo 21 anni di assenza dal campionato cadetto ha appeso le scarpe al chiodo. Del resto Alessandro non ha avuto tanto tempo di festeggiare. Già la mattina dopo il successo col Bari ha discusso con successo la sua laurea in Economia Aziendale e Management. Ha preferito così a una carriera importante nel calcio un’altra strada. Lui simbolo assoluto della Reggio sportiva e non, tanto amato nella città del tricolore ora attraverso una Business School International avrà come prossime trasferte quella di Londra, San Francisco, Shanghai. Una nuova avventura, una scelta di vita come ha ammesso proprio Alessandro. Quasi una storia da film il cui finale è ancora tutto sconosciuto. Abbiamo voluto sentire proprio lui Alessandro Spanò. Eccolo in questa intervista a ilsussidiario.net.



Quali sono i motivi più veri di lasciare il calcio e dedicarsi agli studi?

Ci sono delle parti di me che voglio scoprire meglio, questo percorso mi aiuterà a crescere ancora personalmente.

Una scelta coraggiosa, passare dal mondo del pallone per una carriera magari importante a soli 26 anni a questa nuova avventura…



Che sia coraggiosa o solo folle viene dal cuore e in nessun caso avrò rimpianti.

Hai provato più emozioni per la promozione in serie B della Reggiana o per la tua laurea in Economia Aziendale e Management?

Entrambe hanno generato una grandissima soddisfazione, una più personale e l’altra condivisa con tutti i compagni.

Hai ricevuto anche i complimenti del ministro Spadafora, che ti ha indicato come esempio per tanti ragazzi, pensi di essere un esempio per tanti giovani italiani?

Non mi ritengo un esempio perché sto facendo il mio percorso ed ognuno deve seguire il proprio. Ma in ogni percorso i valori devono essere quelli positivi che spero di avere e di aver trasmesso negli anni.



Cosa ti ha dato il calcio in questi anni?

Mi ha fatto capire il valore dei sacrifici, che la sconfitta fa parte della vita ma che bisogna giocare sempre dando il massimo, così si è sempre in pace con sé stessi.

E cosa ti ha dato la Reggiana e Reggio Emilia?

Affetto e calore in qualsiasi momento. E’ diventata casa.

Pensi di essere diventato un simbolo di questa squadra?

Penso che loro mi abbiano dato più di quanto io ho dato loro.

Cosa auguri alla Reggiana e alla stessa Reggio Emilia per i prossimi anni?

Sarò sempre tifoso granata quindi il massimo dei successi.

Le tue prossime trasferte saranno Londra, San Francisco, Shangai, pensa di arricchirti ancora di più dal punto di vista umano, qual è ora il tuo obiettivo a livello professionale?

Scoprirò quale sarà il mio futuro solo durante il percorso, vedremo dove mi porterà.

Cosa dici ai ragazzi della tua età, che amano il calcio, meglio studiare o dedicarsi al mondo del pallone?

La scelta giusta per ognuno la sa solo chi la deve prendere. Non fatevi condizionare dai giudizi.

Come vedi la tua vita nel tuo futuro, fra dieci anni?

Felice.

(Franco Vittadini)