Alessandro Venturelli, il giovane scomparso da oltre 400 giorni dalla sua abitazione di Sassuolo, torna a fare parlare di sé per mezzo di un nuovo avvistamento, avvenuto su una panchina del fiume Sile, a Treviso. Il caso è stato affrontato a “Storie Italiane” nella mattinata di oggi, martedì 22 febbraio 2022, quando la conduttrice Eleonora Daniele ha mandato in onda il filmato della telefonata ricevuta dalla madre del giovane dalla donna che sostiene di averlo riconosciuto: “L’ho visto, una volta l’abbiamo chiamato con il suo nome ed è scappato. Era sempre sdraiato sulla panchina, non siamo riusciti mai a scattargli una foto. Indossava un giubbotto nero, sembrava frastornato, come se non stesse capendo quello che stava succedendo”.
La mamma di Alessandro Venturelli, la signora Roberta, ha asserito: “Noi come sempre non sappiamo se si tratti veramente di lui, perché abbiamo bisogno di una prova, di una foto, di qualcosa di certo. Noi cerchiamo di seguire tutte le segnalazioni, da 14 mesi non sappiamo nulla e, di conseguenza, qualsiasi cosa ci arrivi proviamo ad andare a fondo. Torniamo a parlare di sette che, in un certo senso, rappresentano l’unica spiegazione che noi potremmo dare a questo silenzio di Alessandro, perché è un silenzio non giustificato”.
ALESSANDRO VENTURELLI, IL PADRE ROBERTO: “AVVISTAMENTO DI TREVISO VA PRESO IN CONSIDERAZIONE”
Nel prosieguo di “Storie Italiane”, la mamma di Alessandro Venturelli ha detto che “la nostra famiglia è una famiglia normale, non è successo nulla di particolare che riguardi Alessandro. Poi, vivevamo una situazione particolare per altri motivi, ma con mio figlio non ci sono state discussioni o cose pesanti accadute con lui. Nell’ultimo periodo stava leggendo un libro motivazionale, che prova a convincere che con il potere della mente si possa fare qualsiasi cosa. Purtroppo noi genitori avevamo capito sin dall’inizio che c’era qualcosa che non andava e ora la pista delle sette torna a farsi viva”.
Sì, perché la testimone che dice di aver avvistato il ragazzo a Treviso ha anche sottolineato che in zona sarebbero numerose le sette che operano. A tal proposito, il papà Roberto ha spiegato: “L’avvistamento è una testimonianza che va presa in considerazione, in quanto dopo così tanto tempo bisogna cercare di concludere e di arrivare a qualcosa. Questa storia della setta nella nostra testa non l’abbiamo mai realmente abbandonata”.