Il caso di Alessandro Venturelli, il ragazzo scomparso da Sassuolo da dieci mesi, è stato trattato questa mattina a “Storie Italiane”, trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele. Dopo le segnalazioni numerose giunte da Padova nelle scorse settimane, non arrivano purtroppo buone notizie. L’inviata del programma, Maria Grazia Sarrocco, ha affermato in diretta quanto segue: “Il lavoro degli inquirenti è andato avanti incessantemente, anche con gli uomini dell’arma dei carabinieri, della squadra mobile di Modena. Quel ragazzo e quei ragazzi più volte segnalati a Padova in realtà non sono Alessandro. Chi ha segnalato lo ha fatto indubbiamente in buona fede. Sono state viste più volte le immagini delle telecamere di un condominio e della stazione e si è arrivati alla conclusione che non sit trattava di Alessandro”.
Intanto, alla giornalista è giunta una nuova segnalazione da un’altra zona del Padovano, che gli investigatori vaglieranno attentamente. Si tratta di un avvistamento “de relato”, riferito cioè da un uomo che ha parlato con un cittadino di nazionalità tunisina che confermerebbe di avere visto Alessandro e di avergli parlato.
ALESSANDRO VENTURELLI: LA NUOVA SEGNALAZIONE DAL PADOVANO
L’uomo, contattato telefonicamente da “Storie Italiane”, ha riferito che il ragazzo nordafricano ha detto che Alessandro indossava “giubbotto verde e tuta nera e non era sporco o trasandato. Ha detto di avere problemi a casa e che voleva stare da solo. Gli ha offerto della droga, ma lui l’ha rifiutata, dicendo che non consuma sostanze stupefacenti. Lui è certo che si chiami Alessandro e che il suo accento non si a veneto. Era tranquillo, ma con la mente un po’ persa. Un ragazzo provato, diciamo”.
La mamma di Venturelli, Roberta, ha rivolto l’ennesimo appello: “Avrei bisogno che questo ragazzo venisse identificato, perché forse non è Alessandro, però qualcuno che gli assomiglia c’è. Sono troppe le segnalazioni che giungono da più persone. Solo il fatto che questa persona sia identificata mi darebbe la certezza che non stiamo parlando di mio figlio. L’appello che vorrei fare è che se qualcuno si riconosce in questa situazione, che si faccia avanti. Le immagini della videosorveglianza? Io non le ho viste, ho visto solo una foto stampata, in cui le persone sono grandi due o tre centimetri e da questa istantanea non posso riconoscere nessuno”.