Alessandro Zan, deputato del Partito Democratico divenuto famoso per avere dato nome al Ddl in discussione al Senato nella settimana corrente, è intervenuto ai microfoni della trasmissione di La 7 “In Onda” in occasione della puntata di ieri, martedì 13 luglio 2021. L’esponente del Pd ha subito voluto commentare la proposta del presidente della Commissione Giustizia, Ostellari, di togliere il termine “identità di genere” dal testo del disegno di legge: “È una crudeltà rimuovere un termine collaudato nel nostro ordinamento e che esiste in tante leggi. Essa è sancita come diritto inviolabile della persona dalla Corte costituzionale”.
Zan ha poi precisato che il testo di legge uscito dalla Camera è il frutto di una lunghissima mediazione, ma “non si può mediare sulla dignità delle persone. Se Renzi vuole seguire Salvini per trovare una mediazione a tutti i costi, io dico meglio nessuna legge che una legge che introduca discriminazioni”. Quello dell’identità di genere, per Zan, non è un concetto utile a parlare di questioni antropologiche, sociologiche o ad affrontare il tema della transizione, ma serve semplicemente per “proteggere dalle violenze e dalle discriminazioni i gruppi di persone più discriminati. Non possiamo accettare una loro esclusione, in quanto togliere o aggiungere una persona ha delle conseguenze sulla sua vita”.
ALESSANDRO ZAN: “CON LA LEGGE CHE PORTA IL MIO NOME CI GUADAGNA TUTTA L’ITALIA”
Alessandro Zan, durante la puntata di “In Onda”, ha poi precisato che, come contenuto nel testo del Ddl, le scuole potranno facoltativamente introdurre, in occasione della giornata contro l’omotransfobia, progetti contro le discriminazioni e per il rispetto degli altri, in quanto “il fenomeno del bullismo è una piaga sociale” ed è importante “il fatto che si insegni che il proprio compagno di banco possa avere una disabilità oppure un colore di pelle, una religione o un orientamento sessuale diversi dai propri”.
Zan ha parlato quindi delle dirette con Fedez, avvenute “mentre la legge era tenuta in ostaggio da Ostellari e noi non sapevamo come attirare l’attenzione dell’opinione pubblica. Devo dire che non si è attivato solo Fedez, ma anche tanti esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo”. Secondo il deputato del Partito Democratico, se sarà approvata questa legge, non ci guadagnerà soltanto chi è costantemente vittima di discriminazioni, ma tutta la società, “come si è già avuto modo di vedere negli altri Paesi europei”.