Alessia Merz si è raccontata al Corriere della Sera, ripercorrendo la sua lunga carriera fra piccolo e grande schermo. «Sono partita da Trento tipo Heidi che scende dai monti a 17 anni – ha raccontato al quotidiano di via Solferino ricordando i suoi esordi – ne dimostravo di meno, timida, non avevo ancora la faccia tosta che mi è venuta dopo. Ballai Please don’t go . Ricordo le terribili mamme delle altre concorrenti. “Questa viene qui a rubarci il lavoro”». Poi ha proseguito: «E non avevo ancora visto niente, aspetti. Quando mi chiamarono per dirmi che mi avevano presa per un mese di prova — era il 25 agosto 1992 — scoppiai a piangere, terrorizzata di dovermi trasferire a Roma da sola. Viaggio in treno in piedi, con un valigione e l’animo di chi sta andando al patibolo. Cercai di consolarmi: “Sarà bello, mi farò tante amiche”. Uh, come no. Peggio mi sento – ricorda ancora quegli anni – mi ritrovai in mezzo a 120/130 ragazzine che lottavano per conquistare la lucina rossa che ti inquadrava. Se per caso la telecamera si posava su di me, qualcuna mi passava davanti apposta. “Oh, scusa, non ti avevo visto”. Per caso trovai un posto libero in prima fila, ma non feci in tempo ad accomodarmi che mi tolsero la sedia da sotto al sedere. “Vai subito in fondo, sei l’ultima arrivata”. Dispetti continui, cattiverie. Passati i trenta giorni, mi offrirono un contratto di un anno, privilegio per poche. Di colpo mi cambiò il mondo. Fissa in prima fila, le stesse ragazze che prima mi detestavano di colpo mi coccolavano, mi portavano l’acqua, mi lisciavano i capelli, mi facevano i massaggini sul collo, sperando di rubare un’inquadratura grazie a me».



Chi partecipava al programma, però, doveva rigare dritto: «Per dare gli esami di maturità arrivai in ritardo di 45 minuti: per punizione mi mandarono a casa. Mi imposero di tagliare i capelli a caschetto, con la frangia, li odiavo, andai in onda piangendo. Sono stati tre anni di intensa selezione naturale». Sul suo rapporto con Ambra Angiolini: «All’inizio mi faceva tenerezza, diventava rossa ad ogni inquadratura. Bravissima. Una volta si è ammalata e l’ho sostituita per quattro giorni con l’auricolare nell’orecchio, sembra facile, non lo è». Su Gianni Boncompagni Alessia Merz invece spiega: «Geniale, ironico, era allo stesso tempo una persona molto sola. Lo hanno infangato, con me è sempre stato corretto. Magari ti invitava a casa sua, bastava dire di no, non è che cascassi dal pero». Sulla sua esperienza a Striscia La Notizia nelle vesti di Velina con Cristina Quaranta, Alessia Merz ricorda: «I primi tempi non ci sopportavamo, eravamo come il diavolo e l’acqua santa. Cristina ha un carattere che non conta nemmeno fino a 1 ed esplode, poi però diventa la persona più carina al mondo. Io invece conto fino a 100 ma a 101 sei morta. Mi provocava. “Sei troppo moscia, reagisci”. Cambiava apposta la coreografia per farmi sbagliare. Alla prima intervista ufficiale si raccomandarono: “Fingete di andare d’accordo”. Un giorno persi la pazienza e la attaccai al muro anche io. “Ah, allora vedi che se vuoi il carattere ce l’hai!”. Diventammo amiche per la pelle».



ALESSIA MERZ, DAL CINEMA ALL’ADDIO ALLO SPETTACOLO

Quindi arrivò anche il cinema: «Nel film Jolly Blu sugli 883 il regista Stefano Salvati scelse me invece di Angelina Jolie. E non era nemmeno ubriaco». Sul suo rapporto con l’ex calciatore Fabio Bazzani: «Giugno 2004, hotel a Porto Cervo. Avevo appena deciso: basta fidanzati. Ho visto lui ed è cambiato tutto. Ero con Simona Ventura, lui con Stefano Bettarini, compagni di squadra alla Samp. Bastò uno sguardo. Pensai: “Ah, però”. Il mattino dopo abbiamo fatto colazione insieme leggendo la Gazzetta dello Sport. Dopo cinque giorni eravamo fidanzati. Poco dopo sono partita per l’Isola dei Famosi. Quando sono uscita temevo che mi avesse dimenticato, invece mi ha chiesto di sposarlo e ho detto sì. Ci ho messo un mese a spiegare ad amici e parenti che era solo amore folle e non ero incinta».



Sul suo addio al mondo dello spettacolo: «Sempre in hotel, con coperta e cuscino in macchina, una vita assurda. Dai 18 ai 31 mi sono divertita, ho fatto di tutto e di più. Volevo una famiglia. Dopo i primi no hanno smesso di chiamarmi. Ma non sono pentita, sono felice così, non sto mica chiusa in casa con Netflix. Ogni tanto faccio qualche cosetta per togliermi lo sfizio, non ci ho messo la croce sopra». Ma vedremo mai Alessia Merz a Sanremo? «Ma no, la gente direbbe; “Che ci fa lì la Merz?”», conclude.