La pallavolista Alessia Orro ha vissuto per la seconda volta un incubo. La giocatrice del Vero Volley di Monza ha avuto a che fare per tre lunghi anni con uno stalker che le ha reso la vita impossibile. Il dramma, raccontato a Libero, è finito solo con l’intervento dei carabinieri al comando del maggiore Emanuele D’Onofri. Ad aprile, dopo un’attenta indagine, i carabinieri hanno colto lo stalker in flagranza e l’hanno arrestato. Il 55enne di Novara, in passato impiegato di banca e con una moglie e una figlia, nel 2017 aveva già perseguitato la commessa di un supermercato ignorando il divieto di avvicinamento.
Aveva poi scoperto Alessia, atleta e stellina della pallavolo e aveva perso la testa per lei. Messaggi, chiamate e poi addirittura pedinamenti: così l’uomo aveva reso la vita impossibile alla giovane, che ha raccontato: “Non ricordo neppure io con precisione quando è iniziato. So solo che ha cominciato a scrivere sui miei profili social, prima Facebook, poi Instagram”. Lo stalker ha cominciato ad essere sempre più insistente: “In verità i messaggi non avevano niente di sportivo. Scriveva cose come “Ti amo”, “Sei bellissima”, “Sono pazzo di te”, riferimenti sessuali espliciti, e anche se io non rispondevo insisteva, inondava la mia bacheca con decine di messaggi, fino alle minacce. “Se non vieni subito ti disintegro”, diceva”.
“Voleva anche il mio numero di cellulare”
Alessia Orro ha provato a bloccare l’uomo ma “È stato inutile. Bloccavo un profilo e ne apriva subito un altro. I carabinieri mi hanno detto poi di avere contato almeno una trentina di profili intestati a lui, magari cambiava una lettera, aggiungeva un numero, ma alla fine era sempre lui: moltiplicava i profili e riempiva i post di cuori e di richieste pressanti”. Sono arrivate poi le richieste: “Soprattutto richieste di incontri. Era un continuo: “quand’è che ci vediamo?” “Sono qui che ti aspetto”. “Non resisto più”. “Non farmi aspettare””.
La pallavolista ha spiegato di non aver mai dato confidenza all’uomo, che nonostante questo è diventato sempre più morboso: “Premetto che io non gli ho mai dato confidenza. Non sapevo chi fosse, né che vita avesse. Può capitare che i tifosi ci mandino pupazzetti, fiori, biglietti, ma ogni giorno io mi trovavo al centro delle attenzioni di questa persona in modo esagerato, morboso. So che lui ha tentato anche avere il mio numero di cellulare, ma sono riuscita a tenere riservato il mio numero altrimenti sarei impazzita. La persecuzione è stata via social, ma quando ha capito che non gli rispondevo, ha deciso di passare a un livello superiore e lì mi sono sentita in pericolo”.
Alessia Orro: “Ora mi sento liberata”
Presto dai messaggi e le minacce si è arrivati allo stalking in presenza. Come ha raccontato Alessia Orro: “Aveva preso una camera nel mio stesso hotel. E quando siamo andati a giocare in Turchia, ha preso un aereo ed è venuto fino in Turchia. Un’altra volta ha preso un volo e si è presentato a Olbia. Non so se è chiaro il tipo di comportamento che ha avuto questa persona”. Dopo l’arresto dell’uomo, Alessia si sente “Liberata. Ma faccio ancora fatica ad aprirmi agli altri, ai tifosi, a chi non conosco. Rispetto a prima questa cosa mi ha segnata. Per questo il mio invito a tutte le ragazze è di denunciare appena si sentono in pericolo, a non avere vergogna di raccontare il dramma che si sta vivendo. Solo così se ne può uscire”.