Si torna a parlare del caso di Alessia Pifferi negli studi di Mattino Cinque, la donna che si trova in carcere dallo scorso luglio dopo che la figlia di 18 mesi, Diana, è morta di stenti. Negli scorsi giorni è circolata l’indiscrezione secondo cui nel capello della bimba sarebbero state trovate tracce di benzodiazepine. La sostanza è stata somministrata alla bambina da parte di Alessia Pifferi o meno? Questo è quanto stanno cercando di capire gli avvocati della donna, a cominciare da Luca D’Auria, che oggi, negli studi di Mattino Cinque, ha spiegato: “Cosa è accaduto dopo l’indiscrezione? Sono accadute le normali dinamiche fra noi e i nostri assistiti, dialettiche a volte costruttive a volte no. Non siamo ancora andati in carcere in questi giorni ma abbiamo avuto una telefonata di chiarimento e Alessia Pifferi ci ha ribadito ciò a cui abbiamo creduto dall’inizio, che non ha somministrato queste gocce”.



“Noi sappiamo che le benzodiazepine lasciano tracce – ha quindi proseguito l’avvocato della donna parlando in diretta tv a Mattino Cinque – e come ogni altra traccia che sia biologica, dna ecc bi sogna vedere dove, in quali quantità a come. Accade lo stesso quando si lascia il dna su una scena del crimine poi si scopre che è di una persona che semplicemente era andata a cena lì. Quindi bisogna approfondire. Ci ha detto che non le ha somministrate – ha ribadito l’avvocato parlando con Federica Panicucci – noi non stiamo parlando di tesi ma stiamo andando a fare ciò che si fa in ogni processo, andare a vedere le prove e vedere cosa dicono le prove. Noi non abbiamo l’esame del capello, non possiamo sbugiardarlo. In tutti i casi di cronaca si parla di reperti e di tracce: esistono i processi o la traccia e il reperto porta al rogo sulla pubblica piazza? Si fanno i processi. Sul fatto che non sia tornata a casa – ha concluso – questo sembrerebbe essere un fatto certo, l’ha raccontato lei, sul fatto che esiste la volontà del dolo di morte diverso da altro reati, ciòè l’abbandono, lo vedremo al processo”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



ALESSIA PIFFERI, AVV MARCHIGNOLI: “NON È DETTO CHE ABBIA DATO TRANQUILLANTI A DIANA”

L’avvocato Solange Marchignoli, che difende Alessia Pifferi insieme al collega Luca D’Auria, è intervenuta in collegamento audiovisivo a “Storie Italiane”, trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele e andata in onda nella mattinata di lunedì 24 ottobre 2022. A proposito della morte della piccola Diana, deceduta a 18 mesi dopo 6 giorni di abbandono da parte della madre nell’abitazione di Milano, l’avvocato ha dichiarato: “È un fatto incommentabile, ma io sono chiamata a fare il mio lavoro e mi devo confrontare con la verità giuridica”.



Per quanto concerne le benzodiazepine, “dobbiamo prestare molta attenzione. I rumors sui risultati dell’autopsia dichiarano che nella bambina sono state trovate tracce di benzodiazepine. Alcuni giornalisti hanno fatto l’errore gravissimo, di cui eventualmente risponderanno, di collegare le benzodiazepine rinvenute nella piccola Diana a una loro somministrazione da parte della mamma. Personalmente, anche quando ho manifestato telefonicamente il mio disappunto nei confronti di Alessia Pifferi per non essere stata trasparente con me, lei mi ha confermato che non ha mai dato queste gocce alla bambina”.

ALESSIA PIFFERI, PARLA L’AVVOCATO MARCHIGNOLI: “LA MIA ASSISTITA PROBABILMENTE STA ANDANDO ALL’ERGASTOLO”

Nel prosieguo di “Storie Italiane”, l’avvocato Solange Marchignoli ha chiarito che “sono state trovate tracce di benzodiazepine nella piccola, probabilmente nel capello, ma non sono state rinvenute nell’urina, nello stomaco e nel sangue. Questo dà la certezza che non le abbia assunte in quei giorni”.

In più, il legale Marchignoli ha aggiunto chese un rumor dichiara che sono state trovate tracce di benzodiazepine nel corpo della piccola, questo non significa che gliele abbia date la mamma, in quanto la storia di Diana parla di ricoveri in terapia intensiva. Sicuramente la mia assistita non è una persona che sta bene e che sta andando all’ergastolo, molto probabilmente. Concludo con una riflessione: se una persona sceglie di portare con dolo la figlia alla morte, è una persona che allo stesso modo dovrebbe salvarsi. Invece, Alessia Pifferi non ha inquinato le prove e si è autodenunciata”.