Alessia Pontenani, avvocato di Alessia Pifferi, continua a chiedere a gran voce che, durante il processo per la morte della piccola Diana, sia inserita agli atti una perizia psichiatrica della sua assistita. “I professionisti del carcere che si sono interfacciati con lei sono dell’idea che abbia delle problematiche dal punto di vista cognitivo. È giusto che si approfondisca sul parziale vizio di mente per applicare correttamente la legge”, ha affermato a Storie Italiane.
I segnali di un problema, secondo la legale, c’erano già da tempo. “La mia assistita a scuola aveva un’insegnante di sostegno, che ai suoi tempi non era diffuso come ora. In passato ha anche fatto un percorso con un neuropsichiatra, di cui non ci è stato comunicato il nome. Inoltre, ha partorito senza sapere di essere incinta. Una vicenda confermata anche dal compagno. Diana è nata nel water, non in bagno. Alessia Pifferi è stata abbandonata con una bambina che non sapeva gestire e che è morta. È stata lasciata da sola”, ha sottolineato.
Alessia Pifferi, avvocato: “Alcune vicine di casa la aiutavano con Diana”. L’accusa alle istituzioni
L’accusa dell’avvocato Alessia Pontenani di abbandono nei confronti della sua assistita Alessia Pifferi, però, non è rivolta alla famiglia: “La mamma era a Crotone e poteva verificare le condizioni della piccola solo in videochiamata. Con la sorella non erano in buoni rapporti. Nel vicinato aveva alcune amicizie. Una signora mi ha contattata per dirmi che a volte le cucinava, le sistemava casa e faceva il bagno a Diana. Poi però ha iniziato a lavorare. Il compagno non sapeva nulla dello stato della bambina, perché Alessia aveva paura di essere giudicata e lasciata, quindi non gliene parlava”, ha ricordato.
Diverso il ruolo delle istituzioni, che non hanno mai realmente attenzionato il suo caso. “Di recente mi ha contattato un’ostetrica di Ginevra, che mi ha raccontato come in Svizzera, quando una donna partorisce senza sapere di essere incinta e senza mai avere fatto controlli prenatali, si attiva tramite l’ospedale un meccanismo ben preciso. I servizi sociali verificano le sue condizioni e le mettono a disposizione anche uno psichiatra”. Ciò, però, non è mai accaduto ad Alessia Pifferi e alla piccola Diana, morta di stenti a 18 mesi dopo essere stata lasciata da sola in casa dalla madre per una settimana.