Il caso riguardante Alessia Pifferi e la figlia Diana, morta di stenti a soli 18 mesi, continua ad essere attenzionato dal programma di Canale 5, Mattino Cinque. Alessia Pifferi è stata interrogata sulle chat emerse negli scorsi giorni: “Si va verso un’archiviazione – le parole di Solange Marchignoli, uno degli avvocati di Alessia Pifferi, in studio nel talk condotto da Federica Panicucci – abbiamo affrontato a cuor sereno questo campo d’imputazione venerdì, ci è stata offerta la lettura dell’intera chat che aveva una lunga sequela di messaggi dal contenuto diverso”. “Non avevano nulla di sessuale verso la bimba e non dimostrano alcuni coinvolgimento della bimba in giochi erotici e nemmeno neanche dal punto di vista visivo”.



L’avvocato Maria Bernardini De Pace, in collegamento ha però stroncato la collega: “C’è poco da difendere, il nostro è un giudizio umano ed è stra pessimo, anche se ci sia stata la corruzione sarebbe niente di fronte all’orrore che ha fatto questa donna, e meno male che questa bimba sia morta perchè si doveva portare se no il peso di aver visto la madre in situazioni inguardabili”. Sui diari di Alessia Pifferi, mandati in onda da Quarto Grado venerdì sera: “Fanno molto effetto le sue parole, non c’è niente da dire”. Poi ha aggiunto: “Io so chi è il padre di Diana, anche la signora Pifferi, ed è possibile che lo sappia anche il papà”. Sui prossimi step: “L’attesa dell’archiviazione dei pm di questo procedimento e noi chiederemo ancora un ampliamento dell’incidente probatorio perchè il generale Garofano ha fatto accesso all’appartamento e ha osservato dei dettagli su cui vorrebbe avere delle delucidazioni quindi sulla scorta di quanto ci ha detto il generale noi chiederemo un altro incidente”. Quindi l’avvocato di Alessia Pifferi ha aggiunto e concluso: “La signora Alessia Pifferi cosa dice? Non dice nulla, va dagli psicologi e noi speriamo di poter entrare nell’appartamento perchè anche il diario mi dà l’idea che la Pifferi vada osservata. Io voglio capire chi ho di fonte, non ho gli strumenti per farlo ma voglio capirlo”.



ALESSIA PIFFERI, AVVOCATO D’AURIA “NON È DONNA LUSSURIOSA E TRASGRESSIVA. LE CHAT…”

Il caso di Alessia Pifferi è stato nuovamente trattato a “Storie Italiane”, trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele e andata in onda nella mattinata di oggi, lunedì 7 novembre 2022. In qualità di ospite e in collegamento audiovisivo è intervenuto l’avvocato Luca D’Auria, che difende la donna insieme al legale Solange Marchignoli: “Ha colpito molto anche me fin dall’inizio il racconto che Alessia fa circa la sua scarsa conoscenza del mondo e della vita che tutte le persone giovani più o meno incrociano. Il fatto che lei si accompagnasse con gli anziani di quartiere me l’ha confermato più di una persona che vive vicino a lei. È un soggetto tutt’altro che lussurioso e trasgressivo”.



L’avvocato D’Auria ha poi aggiunto che, a proposito dell’accusa di corruzione di minore legata ad alcune presunte chat piccanti che Alessia Pifferi avrebbe intrattenuto con un uomo, “con gli elementi di prova a disposizione che il pubblico ministero ha letto, a mio avviso non esiste neanche lontanamente la sussistenza di una dimostrazione di responsabilità oltre ogni ragionevole dubbio”.

ALESSIA PIFFERI, L’AVVOCATO D’AURIA: “RILEVARE LE IMPRONTE DATTILOSCOPICHE SULLA SCENA DEL CRIMINE? CI È STATO NEGATO…”

Nel prosieguo di “Storie Italiane”, il legale D’Auria ha tenuto a precisare che sul caso Alessia Pifferi, la madre che ha lasciato morire la figlia Diana di stenti, abbandonandola nella propria casa di Milano per 6 giorni consecutivi, “non è cambiato nulla, per l’ennesima volta ci siamo visti rifiutare non solo la perizia psichiatrica o le valutazioni neuroscientifiche, ma ci è stata negata una serie di ulteriori interventi all’interno dell’incidente probatorio, come le impronte dattiloscopiche sulla scena del crimine”.

È stato invece “ammesso il Dna, che alla fine valuta la stessa cosa, ma se non viene rilevato consuma integralmente le tracce dattiloscopiche. A seguito dell’interrogatorio è stata congelata l’indagine e non si può più fare nulla”.