Alessia Pifferi, foto di Diana su Tinder?

Solange Marchignoli, avvocato di Alessia Pifferi, ha parlato dell’accusa di corruzione di minore per la sua assistita, che avrebbe fatto sesso davanti alla figlia e su Tinder avrebbe mandato anche foto della piccola per chiedere regali. Il legale, a “Iceberg Lombardia”, ha spiegato: “Lei dice che nella vita mai nessuno ha potuto solo immaginare qualcuno che includesse sua figlia. Lei risponderà davanti al giudice di atti sessuali davanti a minore. Foto di Diana sulle chat di Tinder? Non esiste reato, non posso confrontarmi con lei ogni giorno perché un giornalista scrive qualcosa”. 



L’avvocato ha spiegato: “Lei ha conosciuto una persona e chiesto un aiuto non lavorando, cosa c’è di non etico? Tinder è una chat di incontri ma quello che fa erotica una chat è la persona che scrive. Magari io incontro una persona e dico ‘Sono madre e non ho un lavoro, mi aiuti?’. Non è un reato. Chat in cui chiede un regalo? No, c’è la voglia di avere un uomo accanto a sé. Ha una figlia che arriva da un altro rapporto, cerca di ricostruire un focolare in maniera goffa”.



Alessia Pifferi, l’avvocato: “Non ricorda neppure chi sia l’uomo della chat”

Per quanto riguarda le chat discusse nelle quali un uomo chiede di baciare Diana e Alessia Pifferi dice “lo farai”, l’avvocato Solange Marchignoli spiega a “Iceberg Lombardia”: “Non ha mai ravvisato in questa chat elementi interpretabili in senso negativo con coinvolgimento della figlia. Lei non ricorda neanche chi sia. Le poche persone che sono andate a casa sua erano persone che conosceva da tempo. Lei ha chattato con varie persone, non ci scandalizziamo. Non ricorda che mai nessuno abbia provato a fare cose davanti a Diana“.



Secondo il legale, “Se una persona ha veramente il dolo dell’omicidio, quando torna e si accorge che il reato è avvenuto, corre ai ripari, no? La prima cosa che fa è cercare di proteggersi. Quindi non chiama il 118 dicendo “sono andata via”, ma fa di tutto per nascondere quello che è successo”. La difesa ha chiesto ulteriori indagini nell’appartamento: “Volevamo analizzare il biberon, il lettino, la coperta e i pannolini. Nell’ipotesi in cui la perizia non possa datare l’evento morte, sono importantissimi gli oggetti. La scena del crimine va fotografata a 360°. Il Pm non ha fatto le indagini, ha sequestrato solo due cose. Non abbiamo certezza su quando sia morta“.