Solange Marchignoli, avvocato di Alessia Pifferi, ospite di Barbara D’UrsoPomeriggio 5, ha commentato le ultime notizie relative al caso della morte della piccola Diana. Gli esami tossicologici, infatti, hanno rilevato la presenza di benzodiazepine nel corpo della bambina. La difesa, nonostante ciò, sostiene che quest’ultima non sia stata drogata con dei tranquillanti prima dell’abbandono.



“Le tracce non erano né nello stomaco, né nel sangue, né nelle urine. Ciò vuol dire che non sono state assunte nei giorni antecedenti alla morte, bensì molto prima. Escludo che la mia assistita abbia utilizzato dei farmaci per addormentarla prima di uscire di casa”, ha affermato l’avvocato. Nell’appartamento in cui Diana è deceduta dopo essere stata lasciata da sola per giorni, tuttavia, è stata ritrovata proprio una boccetta di quelle gocce. “Non è vero che i tranquillanti si trovavano accanto alla culla. Erano sopra il microonde, in cucina”, ha precisato.



Alessia Pifferi, avvocato: “Non drogò Diana”. La teoria sulle tracce di benzodiazepine

Solange Marchignoli, avvocato di Alessia Pifferi, ha le idee chiare su quella che potrebbe essere l’origine delle benzodiazepine trovate dagli esami tossicologici nel corpo di Diana. “In passato la bambina era stata soggetta a dei ricoveri in ospedale importanti, di cui uno in terapia intensiva per diversi giorni. Il medico legale ha dichiarato che queste tracce rimangono per mesi. Non sappiamo dove sono state trovate e in che quantità”, ha affermato. La teoria dunque è che un farmaco contenente le sostanze in questione sia stato somministrato alla piccola dai medici che l’hanno curata in passato.



Infine, la legale della difesa ha rivolto un appello alla stampa: “La verità è stata troppo spesso romanzata. La storia è già di per sé tragica, aggiungere orrore all’orrore non serve. Anche a me questa storia crea difficoltà emotiva, ma l’etica è distinta dal diritto”, ha concluso.