Durante la diretta di Ore 14 si è tornati a parlare dell’aggressione subita dall’invita di Mattino 5, Olga Mascolo. Ai microfoni di Milo Infante ha raccontato la vicenda: “Io sono andata lì, mi sono posta con molta attenzione, cortesemente. Insomma, è un personaggio importante, vive sul pianerottolo di Alessia Pifferi, sono stati sposati per 15 anni, mi interessava intervistarlo proprio come giornalista (..) ponendomi con la massima educazione, e sono stata aggredita. Peraltro, aggiungo, in un momento in cui stavo lavorando, non ero lì a disturbarlo. Lui ha aggredito solo me, c’era il collega di Mattino 5 ed altri colleghi e un’altra collega di Quarto Grado mi ha detto la stessa cosa, cioè se ci sono degli uomini lui sembra parli più volentieri, tra virgolette”.



“Questo è grave, ancora più grave nel contesto in cui è maturato il delitto”, racconta ancora Olga Mascolo, aggredita dall’ex marito di Alessa Pifferi. “Quando sono tornata a casa ero sotto shock, ho fatto fatica ad ammetterlo, ma ero sconvolta, ho fatto fatica a guidare e poi a casa ho archiviato e denuncerò”. Mentre, sull’indagine sulla morte di Diana, la giornalista ha spiegato che “i riscontri di venerdì sono stati fatti dalla difesa per cercare di individuare nuovi elementi. Parlando con gli investigatori loro le ritengono ininfluenti, o meglio superflue, perché difficilmente sposteranno l’esito dell’indagine.”



Olga Mascolo aggredita dall’ex marito di Alessia Pifferi

Si torna a parlare del caso Alessia Pifferi, la donna in carcere in quanto accusata di aver fatto morire la figlia Diana, di soli 18 mesi. Il programma Mattino 5 ha aggiornato la vicenda con le novità delle ultime ore, intervistando l’avvocato Luca D’Auria. Il talk di Federica Panicucci ha cercato anche di parlare con l’ex marito di Alessia Pifferi, che però ha reagito male, aggredendo di fatto la troupe dello stesso programma, colpendo l’inviata alla mano e facendole cadere il telefono: “Quando siamo stati insieme non era così – ha raccontato l’uomo – da quando ci siamo separati ad oggi non ho saputo più niente di lei. Non mi interessa quello che ha fatto, te ne vuoi andare? Ti ho detto di andartene, perchè hai continuato?”.



Luca D’Auria ha aggiunto: “Non conosco l’ex marito tra l’altro ho scoperto che abita in questa sorta di corte. Posso solo dire che Alessia ricorda con grande emozione quel matrimonio, svoltosi prima in Sicilia e poi a Milano con un vestito disegnato da lei, ha sempre avuto parole emotivamente molto vicine”.

ALESSIA PIFFERI, L’AVVOCATO D’AURIA: “L’HO INCONTRATA SETTIMANA SCORSA”

L’avvocato D’Auria ha poi aggiunto: “Ho incontrato Alessia Pifferi la scorsa settimana, ogni volta è un punto interrogatorio. Giovedì era affranta per questa vicenda (la questione delle chat ndr), non si è mai immaginata di fare cose di questo tipo. Io sono andato per capire cosa avesse da dirmi su questa nuova accusa, ha negato totalmente e mi ha detto che molti uomini di queste chat sono stati bloccati quando si sono proposti in maniera volgare. Il problema è come sono emerse queste tracce di chat che non sono reato”.

Sulle indagini: “La difesa ha chiesto di repertare alcuni elementi per capire la scena del crimine. Ci è stata però negata l’impronta digitale sulla boccetta delle benzodiazepine, vogliamo capire la scena del crimine. Dopo che Alessia Pifferi è stata portata in questura si è fermato tutto e perchè non provare a fare un’analisi più completa. Poi capiremo i risultati”. Di nuovo sulle chat della discordia: “Su Alessia c’è una sorta di ricerca di un ulteriore passo del mostro per schiacciarla definitivamente. L’indagine giornalistica va benissimo, giudiziaria vedremo”. Il programma Mattino 5 ha intervistato anche una vicina di casa: “C’era un via-vai di persone in casa, mi hanno che lei si prostituiva”, parole di cui ovviamente non ci discostiamo assolutamente fino a prova contraria. Luca D’Auria ha quindi ripreso la parola: “Alessia Pifferi ha realmente diritto ad una difesa vera un soggetto così, la difesa deve essere ancora più forte. Speriamo che questa vicenda non sia la chiave per dire che quando si arriva ad un certo livello di immagine dell’accusato vada tagliata la lingua all’avvocato, come diceva Napoleone”.