L’omicidio della piccola Diana, ad opera della madre Alessia Pifferi, secondo il Gip del Tribunale di Milano è stato “volontario”, ma “non premeditato”. La donna avrebbe maturato l’idea secondo cui la bambina di 16 mesi, da sola nel suo lettino, sarebbe potuta morire soltanto una volta lontana dal suo appartamento, quando ha preferito rimanere con il compagno in provincia di Bergamo. È questa la motivazione per cui, in base a quanto riportato da La Repubblica, il giudice Fabrizio Filice per il momento non ha riconosciuto l’aggravante della premeditazione.



La volontà di Alessia Pifferi, come emerso nel corso degli interrogatori, era infatti quella di crearsi una nuova vita con il suo uomo. “Contavo sulla possibilità di un futuro insieme, stavo cercando di capire se fosse possibile. È per questo che ho ritenuto cruciale non interrompere quei giorni in cui ero con lui anche quando ho avuto paura che la bambina potesse stare molto male o morire”, avrebbe detto. Inoltre, aveva paura che dicendo la verità su dov’era la piccola Diana, il compagno avrebbe potuto lasciarla. “Temevo per la sua reazione”. È così che ha preferito correre il rischio che la figlia morisse.



Alessia Pifferi, Gip: “Omicidio Diana non premeditato”, ma il quadro potrebbe cambiare

Il Gip Fabrizio Filice, secondo quanto riportato da La Repubblica, ritiene dunque che Alessia Pifferi non abbia premeditato l’omicidio della piccola Diana, ma che abbia accettato la possibilità che lei morisse soltanto alcuni giorni dopo averla abbandonata in casa, come aveva fatto anche in altre occasioni. “La donna nel corso dei sei giorni in cui ha lasciato la bambina da sola, è passata da uno stato iniziale di superficiale incoscienza – probabilmente suffragato dal fatto che le scorse volte in cui aveva commesso un’analoga condotta per 48 ore, non era successo nulla di irreparabile – a uno stato di consapevolezza molto più profondo, che l’ha portata a ritenere praticamente certa o altissimamente probabile la morte della bambina”, questo quanto si legge nell’ordinanza di convalida del fermo.



Lo scenario in questione, tuttavia, potrebbe cambiare nelle prossime settimane in virtù dell’esito dell’autopsia, prevista per martedì. Accanto al lettino della bambina di 16 mesi, infatti, sono stati ritrovati un biberon e una bottiglietta di benzodiazepine, un forte sedativo. Nel caso in cui venisse rilevata una intossicazione causata da questa sostanza, inevitabilmente, rientrerebbe in ballo l’aggravante della premeditazione.