A Quarto Grado si torna ad approfondire il caso di Alessia Pifferi, la donna che si trova in carcere a Milano, accusata di aver lasciato morire la figlia, Diana, di stenti. In studio vi erano gli avvocati Solange Marchignoli e Luca D’Auria, i due legali di Alessia Pifferi, e il focus è stato sulle famose chat emerse negli scorsi giorni. “Ha negato di avere avuto rapporti sessuali alla presenza della figlia – ha spiegato Solange Marchignoli, in riferimento all’incontro avvenuto ieri fra gli inquirenti e la stessa Pifferi – la casa è composta da una zona giorno con divano letto e una camera da letto, quindi ha negato di aver avuto rapporti sessuali nella camera da letto ed ha completamente spiegato la chat che ovviamente, come io avevo previsto era diversa, l’interezza è completamente differente”.
“Nn c’è alcuno sfondo sessuale – ha continuato – e non c’è alcuna parola mal interpretabile, è una chat di alcune persone che si sono incontrate su Tinder, una lunga chat fra due persone che hanno desiderio di incontrarsi, nessun riferimento alla figlia, è completamente diversa rispetto a quella diffusa. La chat è molto lunga, lei è una signora molto sola che chatta su vari social, come tante persone”. Solange Marchignoli spiega che Diana viene nominata in altre parti della chat, per poi aggiunge: “L’uomo con cui parla è un padre, il giorno dopo si incontrano dalla signora Pifferi, pranzano, e insieme vanno poi a fare un giro con Diana. Loro due immaginano di avere una vita assieme”.
ALESSIA PIFFERI, L’AVVOCATO D’AURIA: “IL SUO DIARIO? NON SO SE…”
In studio anche Luca D’Auria, che ha specificato: “Abbiamo chiesto l’archiviazione per questo aspetto, giuridicamente è risolta, se le cose stanno come stanno oggi ed è difficile che si modifichino, l’assoluzione è certa per cui abbiamo chiesto l’archiviazione, ovviamente per quel che riguarda le altre persone su questo non è compito nostro, gli altri soggetti che nella chat intervengono. Alessia è stata anche molto chiara su eventuali prestazioni sessuali a pagamento. La prostituzione non è reato, il pm potrebbe voler approfondire se qualcuno mandava persone da lei, ma dal nostro punto di vista non è rilevante”.
L’avvocato di Alessia Pifferi ha poi concluso parlando del famoso diario della donna che la stessa sta tenendo in carcere, e in cui spesso e volentieri menziona la piccola Diana: “Il diario non so se è stato fatto con l’intento auto-assolutorio o auto-celebrativo – le parole del legale a Quarto Grado – noi le abbiamo detto scrivi e lei dopo due settimane è arrivata con 40-50 pagine, ci ha stupito. Io e la collega di difesa siamo d’accorso sull’idea di valutare più che la capacità di intendere e volere la dimensione del rapporto col mondo che questa donna ha”.