Il generale Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma, è consulente della difesa di Alessia Pifferi, la 37enne in carcere con l’accusa di aver provocato il decesso della figlia di 18 mesi, Diana Pifferi, morta di stenti dopo essere stata abbandonata per una settimana da sola in casa. Il caso della piccola, il cui corpo senza vita è stato scoperto nell’appartamento milanese in cui viveva con la mamma, adagiato su un lettino da campeggio e con accanto un biberon con tracce di latte e una boccetta di benzodiazepine, ha scosso le cronache e ora si gioca la partita più difficile a livello giudiziario. La difesa punterebbe a escludere l’aggravante della premeditazione: secondo il generale Garofano occorre anzitutto capire se vi siano profili di responsabilità terze e se la donna possa essere stata “influenzata”, “plagiata” o addirittura “costretta” ad agire un simile comportamento nei confronti della bimba.



Dal canto suo, Alessia Pifferi ha affidato ai microfoni di Quarto Grado una lettera in cui nega di aver percepito la figlia come “un peso” o un “ostacolo” al presunto sogno di “una vita da star”, così come nega di aver somministrato farmaci tranquillanti perché la piccola non piangesse e si dice pentita di averla lasciata in casa. Nessun commento ai cronisti fuori dal tribunale in cui, tra poche ore, tornerà insieme ai suoi legali. La trasmissione Iceberg di Marco Oliva, su Telelombardia, ha raccolto le dichiarazioni del consulente Garofano e il suo punto di vista sulla vicenda.



Luciano Garofano, consulente difesa Alessia Pifferi: “Necessario capire chi è responsabile”

Secondo il generale Garofano, consulente della difesa di Alessia Pifferi, occorre valutare eventuali profili di correità nella vicenda che ha visto la piccola Diana Pifferi morire di stenti all’interno dell’appartamento della 37enne a Milano. L’ex comandante del Ris di Parma, uno dei massimi esperti del settore investigativo scientifico in Italia, ha espresso il suo punto di vista sul caso ai microfini di Iceberg spiegando di aver accettato l’incarico per fornire il suo contributo all’accertamento di quanto accaduto. A suo dire, al momento, non sono esclusi eventuali fattori concorrenti al decesso della bambina, abbandonata in casa dalla madre a 18 mesi per giorni per poi essere trovata senza vita. Tra questi elementi potrebbero sussistere, ha spiegato Garofano, possibili influenze nei confronti della donna da parte di terzi: “È necessario capire fino in fondo quali sono le motivazioni e chi sono effettivamente i responsabili. Sono le analisi dei reperti della scena del crimine che ci possono aiutare”.



Tra le ipotesi ancora sul tavolo degli inquirenti, ha spiegato Marco Oliva a Iceberg, anche quella – altrettanto sconvolgente – che la piccola Diana Pifferi possa essere morta prima dell’abbandono da parte della madre Alessia Pifferi. “Ho bisogno di osservare i reperti – ha precisato Garofano –, è chiaro che questa vicenda è tanto drammatica quanto controversa. A tutti noi ha suonato come inverosimile il fatto che una mamma si permetta di lasciare la sua bambina da sola, lasciarla morire, tornare a Milano nel corso della settimana e non pensare di andarla a visitare. Non pensiamo che c’è qualcosa di strano? Questo qualcosa di strano non potrebbe essere legato a comportamenti che non attengono soltanto alla signora Pifferi, ma che siano stati magari instillati, plagiati, o in qualche modo anche costretti ad essere agiti da Alessia Pifferi attraverso l’influenza di qualcuno? Questa ipotesi merita di essere assolutamente approfondita…“.