Durante la diretta di Ore 14, in onda su Rai 2, è intervenuta nuovamente la legale di Alessia Pifferi, Solange Marchignoli, che ha commentato nuovamente la questione delle chat degli orrori. Innanzitutto, l’avvocato ha confermato di aver chiesto nuove rilevazioni nella casa della signora Pifferi, per “analizzare tutto ciò che a nostro avviso doveva essere analizzato dall’inizio”. “Il pannolino della bambina, il lettino, il materasso, il lenzuolo“, cita, tra le altre cose. Mentre sulla chat ha rilevato che il pm avrebbe escluso il coinvolgimento di Diana in un ipotetico rapporto sessuale avvenuto tra la donna e l’uomo le cui generalità non sono state rese note.
“Il 4 novembre”, spiega l’avvocato Marchignoli in merito alle chat dell’orrore di Alessia Pifferi, “avremo un interrogatorio in carico alla signora Pifferi in relazione a questo fatto, dove il capo di imputazione esclude categoricamente il coinvolgimento della minore“. “Il capo riferisce ad un possibile rapporto sessuale avvenuto nell’appartamento nel quale poteva esserci la minore, punto”, spiega l’avvocato. “L’interrogatorio è stato notificato oggi”, sostiene, e “quello che il pm doveva dire l’ha detto in quell’imputazione”, che esclude il coinvolgimelo della bambina in un rapporto. “Non mi risulta che la Pifferi sia una prostituta”, risponde l’avvocato ad una domanda nello studio di Ore 14. “Noi tutti non abbiamo mai ricevuto la chat”, sostiene nuovmanete, “ad oggi io vedo che c’è una chat che riporta ogni volta cose diverse, parole che cambiano, ma al netto di una conversazione oscena il reato rimane quello che ho detto. Mi rasserena sapere che la bambina non è stata coinvolta in giochi erotici“. (Agg. di Lorenzo Dirgo)
L’avvocato di Alessia Pifferi: “Nelle chat non c’è scritto ‘Posso baciare Diana?’”
Si torna a parlare del caso di Alessia Pifferi negli studi di Mattino Cinque, gli ultimi aggiornamenti sulla terribile vicenda che ha visto la morte della piccola Diana di 18 mesi, deceduta dopo essere stata abbandonata per sei giorni in casa. Il focus della puntata di oggi è stato nuovamente sulle famose chat emerse nelle ultime ore, che forse potrebbero essere (il condizionale è d’obbligo), ricondotte a Diana, e in collegamento vi era l’avvocato Solange Marchignoli: “Purtroppo ci sono varie versioni di questa frase perchè nessuno di noi ha il documento in mano, io la interpreto in senso positivo, ho avuto un confronto con la signore Pifferi ed escludo che si tratti di questioni sessuali che coinvolgano la bambina, resto in attesa di ricevere un documento ufficiale se mai arriverà. Le prime notizie giornalistiche davano un messaggio “Posso baciare anche lei”, poi dopo qualche ora è diventata “posso baciare Diana”.
“Mi fa specie come le cose si modifichino nel tempo – ha continuato – Cosa cambia? Cambia tutto, non abbiamo il discorso antecedente e successivo. Se dice “voglio baciare Diana” è chiara, mentre “posso baciare anche lei” può voler dire tutto o niente. Ieri è stato detto che la signora Pifferi era su Tinder – ha poi continuato l’avvocato Solange Marchignoli – che non è una chat solo erotica, ciò che fanno le persone attraverso i social non possiamo saperlo, possono avere rapporti erotici anche su Instagram”. Di nuovo sulla chat: “La Pifferi non ricorda quell’uomo della chat? La signora ha avuto un numero x di accompagnatori. Stanno parlando di essere nudi sotto un piumone, successivamente la frase “posso baciare anche lei”, io non la interpreto come “posso baciare anche lei?” Riferito a Diana, potrebbe non alludere a Diana ma anche ad altro. Sono sotto il letto nudi quindi non penso che parli di baciare sulla bocca con affetto. Questa è ovviamente la mia ricostruzione. Diverso sarebbe se fosse scritto ‘posso baciare Diana’, è un’altra cosa. Io ho parlato con la signora Pifferi – ha proseguito il legale in diretta tv – che lo ha escluso categoricamente quasi inorridita. Ha avuto una relazione di 4 mesi con questo uomo? Io non posso rispondere perchè non sappiamo chi sia quest’uomo”. In conclusione ha spiegato: “Perchè hanno sequestrato pc e computer? Probabilmente gli inquirenti hanno interpretato il messaggio nel loro modo come noi lo abbiamo interpretato così”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ALESSIA PIFFERI, IL LEGALE: “CHAT? NON È REATO, MAI FATTO SES*O DAVANTI A DIANA”
Alessia Pifferi, l’avvocato: “Bisogna capire l’intera conversazione”
D’Auria, avvocato di Alessia Pifferi, ha parlato a Storie Italiane degli ultimi sviluppi della storia, che vorrebbero la donna protagonista di alcune chat a sfondo sessuale che vedrebbero come protagonista la bambina di 18 mesi: “Le chat sembrano diverse. L’immagine della nostra assistita passa come criminal profiling. Tutto questo che noi leggiamo non è reato. La corruzione di minore non è reato tale per cui se in una chat scrivo queste cose, compio reato. Bisogna capire l’intera conversazione”.
Dopo che l’avvocato Marchignoli aveva lasciato presupporre che Alessia non avesse parlato di queste chat a loro legali, D’Auria ha spiegato: “C’è un difficilissimo rapporto tra avvocato e assistito. Quello che la mia collega di difesa intendeva dire è che ogni incontro è un passo in più nella conoscenza del mondo di Alessia. Ogni incontro prevede qualcosa di nuovo ma questo accade con tutti gli assistiti, soprattutto per quelli per vicende così tragiche. Abbiamo dovuto stimolare Alessia per farci raccontare delle cose, non per giudicarle moralmente. L’asticella va chiusa al diritto, non alla morale. Ci ha telefonato, siamo andati a trovarla. Lei nega di aver mai fatto atti sessuali di fronte alla figlia”.
Alessia Pifferi, l’avvocato: “Non sapeva chi fosse l’uomo della chat”
Come spiegato dall’avvocato D’Auria, “Alessia non era neppure certa di chi fosse l’uomo nella chat. Non era il compagno nel quale era via in quei tragici giorni. Lei l’ha subito disgustato e bloccato dopo pochi giorni”. A detta dell’avvocato, dunque, Alessia Pifferi non avrebbe mai fatto sesso davanti alla figlia e nelle chat non avrebbe parlato di abusi nei confronti di Diana. Le conversazioni, secondo il legale, sarebbero state travisate e non sarebbero di per sé reato.
Il garante dell’infanzia per la regione Calabria Antonio Marziale, collegato in studio, ha affermato: “Io faccio il tifo per l’ergastolo per questa donna. Quando voi avvocati dite ‘Non ha detto bugie’, vorrei dire solo una cosa: abbiamo a che fare con una bugiarda conclamata, un’assassina. Rispetto la strategia difensiva ma voglio sottolineare che è uno dei casi di cronaca nera peggiori della nostra Repubblica“.