Alla trasmissione I Fatti Vostri si torna a parlare dell’inchiesta su Alessia Pifferi, la madre accusata di omicidio volontario aggravato della figlia di un anno e mezzo Diana, lasciata sola in casa per una settimana intera nel pieno del caldo estivo e con solo un biberon di latte. Interviene per chiarire alcuni aspetti della vicenda, Emanuele Mazzotta, l’autista che si occupava di solito degli spostamenti della donna con macchina a noleggio , e veniva contattato ogni volta per accompagnarla dal fidanzato. L’uomo conferma che la Pifferi non lasciava mai trasparire emozioni nè alcun tipo di preoccupazione per la bimba. Inoltre il comportamento di lasciarla sola in casa, era usuale.
Tanto che anche quella sera della morte della piccola, dice l’autista: “Eravamo d’accordo che sarei tornata a prenderla per riportarla dal compagno e quando l’ho lasciata a casa stava pensando già a quando sarebbe ripartita“, aggiungendo: “Erano tre settimane che lavoravo per lei e non ha mai portato con sè la bambina negli spostamenti. Di solito partiva il venerdì e tornava la domenica o il lunedì sera“. Un chiaro segnale che conferma anche che Alessia Pifferi credeva che tutto sarebbe sempre andato bene e che avrebbe potuto continuare a lasciare la figlia sola nel lettino da campeggio, senza cambiarle i pannolini e lasciandole solo biberon di latte o the.
Alessia Pifferi, la sorella: “Le era sempre andata bene con la figlia, ha sfidato la sorte fino all’ultimo”
Dopo il racconto di Emanuele Mazzotta, interviene in trasmissione a I Fatti Vostri anche la sorella di Alessia Pifferi, che commenta la particolare freddezza con la quale la donna continua a rispondere alle domande in tribunale, affermando di non ricordare nulla della vicenda, addirittura di non ricordarsi neanche di aver informato la famiglia della nascita della piccola Diana. E conferma anche la versione dell’autista, dicendo: “Mia sorella ha sfidato la sorte fino all’ultimo minuto, ha visto che gli era andata bene più volte lasciare la bambina sola e tornarla che era ancora lì e la aspettava, ormai era un’abitudine“.
E riguardo la comunicazione in famiglia dice: “ho cercato di essere presente” ma poi “Mi aveva raccontato l’ennesima bugia dicendo che era in ospedale con la bambina e invece era uscita come faceva di solito. E da quel momento i rapporti si sono interrotti“. “Le avevo chiaramente detto che se voleva il mio aiuto non doveva mentire più“, e conclude: “Non credo che se tornasse indietro si comporterebbe in modo diverso. Mia sorella è perfettamente in grado di intendere e di volere, ha sempre condotto una vita regolare facendo libere scelte” aggiungendo: “Peccato che abbia pagato la bambina per questo“.