L’avvocato di Alessia Pifferi è stata nuovamente ospite negli studi di Quarto Grado per parlare della sua assistita, di recente condannata all’ergastolo, ritenuta responsabile della morte della figlia Diana, di soli 18 mesi, lasciata per sei giorni da sola in casa.
Gianluigi Nuzzi domanda se quei giorni di follia non meritino l’ergastolo e la Pontenani replica: “Secondo me no ma la corte ha deciso così, bisogna vedere perchè, io ritengo che non si sia resa conto ma questo lo dicono le perizie e le carte che sono state prodotte, non abbia avuto consapevolezza di quello che sarebbe potuto accadere, del susseguirsi degli eventi, causa-effetto, bisogna comprendere che cosa si fa, io sono convinta che lei in cuor suo tornando, come aveva già fatto altre volte, fosse convinta che l’avrebbe trovata in vita, così come aveva già fatto altre volte… anche tre giorni, la follia è anche lasciarla solo due ore una bambina così piccola”.
ALESSIA PIFFERI, LE PAROLE DELL’AVVOCATO PONTENTNI
Il conduttore di Quarto Grado ha quindi chiesto come mai Alessia Pifferi ha fatto lo sciopero della fame nel carcere San Vittore e l’avvocato Pontenani ha fatto chiarezza: “Sciopero della fame è stato definito all’interno del carcere, io credo che lei abbia avuto un grave episodio depressivo e non abbia avuto più voglia di nutrirsi, adesso poi non so perchè io non l’ho vista, andrò domani a San Vittore, non so se ha ripreso a nutrirsi, non so nulla”.
A quel punto è intervenuta Martina Maltagliati, inviata di Quarto Grado, che ha spiegato: “Abbiamo i dettagli su questo, la condanna è stata il 13 di maggio, il 19 Alessia Pifferi in carcere fa richiesta ufficiale per avere un’ora di palestra con attrezzi seguita da un referente, le viene concesso il 21, c’è disponibilità del carcere di andare incontro alle sue richieste, il 20 lei inizia lo sciopero della fame, che termina il 23 e la motivazione sarebbe l’incompatibilità del digiuno con la palestra.
ALESSIA PIFFERI, LE PRECISAZIONI DI MALTAGLIATI: “IL GESTO DELLA SORELLA”
“C’è anche una visita psicologica – ha proseguito – dove non si ravvisano stati anti conservativi, per fortuna non si vuole fare del male e non si ravvisa pentimento per quanto avvenuto alla figlia”. Quindi aggiunge: “C’è anche un gesto di questa settimana della sorella di Alessia Pifferi, Viviana, che ha portato una foto di Diana al pubblico ministero con una frase presa dalla sua requisitoria “Grazie per avermi accompagnata per mano””.
In conclusione di ospitata l’avvocato Pontenani ha spiegato: “Quanti anni si merita Alessia Pifferi? 16 anni…”. Ricordiamo che ovviamente il caso Alessia Pifferi è tutt’altro che archiviato visto che la sua legale intende ricorrere in Appello dopo aver letto le motivazioni, con l’obiettivo di far ridurre di molto la pena alla propria assistita. Del resto Gianlugi Nuzzi ha ricordato che: “Alessia Pifferi è l’unica mamma con l’ergastolo in carcere in Italia”.