Nuovi elementi sul caso Alessia Pifferi?
Durante la diretta di Storie Italiane si è tornati a parlare del caso relativo ad Alessia Pifferi che ha lasciato sua figlia Diana di 18 mesi da sola in casa per 6 giorni. Recentemente in questa storia, già di per sé terribile, si sono create alcune voci relative ad un possibile coinvolgimento della bambina in rapporti sessuali, scaturiti dalla pubblicazione di una chat tra la donna e un uomo, sul quale si mantiene l’anonimato. Attorno alla chat si è creato un vero e proprio caso mediatico, sul quale la legale di Alessia Pifferi ha sempre suggerito di mantenere la cautela.
Intervenuta in trasmissione, Solange Marchignoli, la legale di Alessia Pifferi, ha detto che “senza fare polemica su come le chat siano cambiate di giorno in giorno, allo stato attuale non so quale sia la verità“. Ma ha anche ribadito come sia “stata fatta una perquisizione, che ora è superata dall’interrogatorio nel quale la signora Pifferi dovrà rispondere di un rapporto sessuale nell’ambiente in cui era presente la bambina”. L’accusa relativa alla chat, insomma, sarebbe “solamente” questa per la legale di Alessia Pifferi e ha ribadito ancora una volta che “se la chat fosse stata vera e avesse coinvolto la bambina in rapporti sessuali, l’interrogatorio sarebbe diverse. Il PM ha letto la chat e ha escluso la bambina dal rapporto“.
Solange Marchignoli: “Alessia Pifferi non ricorda la chat”
Interpellata da Eleonora Daniele, Solange Marchignoli ha detto di aver chiesto ad Alessia Pifferi di chiarirle il contesto delle chet, la quale però non ricorderebbe nulla. “Non vede nulla di malizioso in questa chat“, ha detto la legale riferendosi alla Pifferi, “e avendo un’attività privata molto importante, non ha memoria di questa storia. Ha detto che nessuno si è mai permesso di scrivere parola sulla figlia e non riesce a ricordare. Venerdì contestualizzeremo meglio la chat e risponderemo, lei riferisce di essere veramente serena su questa vicenda”.
Sempre a Storie Italiane è intervenuto anche il generale Luciano Garofano, perito nominato dalla difesa di Alessia Pifferi. Lui era presente nell’ultima perquisizione a casa della donna per appurare “che le indagini siano meticolose”. “Dobbiamo accertare se ci fossero le benzodiazepine“, ha spiegato il generale Garofano, “il mio compito è quello di fornire ai difensori degli elementi su cui fondare la strategia. Io non possono fornire dei dettagli sul sopralluogo, ma devo dire che quello che abbiamo fatto venerdì ha esibito elementi su cui i difensori potranno riflettere“. Commentando le chat, invece, ha detto che “è un discorso di interpretazione, ma non mi esprimo perché non è il mio settore”, sostenendo poi ancora una volta che “quel sopralluogo è stato molto interessante, quella scena del crimine ci darà e ci ha dato degli elementi importanti su cui ragionare”.