Spera che sia “un brutto sogno” Alessia Pifferi, 37enne in carcere con l’accusa di aver lasciato morire di stenti la figlia Diana, 18 mesi, abbandonandola da sola in casa per una settimana nel suo appartamento di Milano. Oggi la donna deve rispondere di pesantissime accuse che, oltre all’ipotesi di omicidio volontario, comprendono la fattispecie di reato di corruzione di minorenne relativamente ad alcune chat con un uomo in cui emergerebbe il sospetto che la piccola possa aver assistito a rapporti sessuali tra i due. Alessia Pifferi, ha precisato il suo legale Solange Marchignoli, sostiene di non aver mai consumato incontri del genere davanti alla bambina.
Le parole della donna dal carcere sono state diffuse da Iceberg, trasmissione di Marco Oliva su Telelombardia: “Da che mia figlia non c’è più mi sento vuota e spenta sia psicologicamente che nel cuore. Mi manca da morire e il dolore è molto forte ed intenso; ogni volta che chiudo gli occhi spero che tutta questa situazione sia solo un brutto sogno“. “Ridevamo come due matte – si legge in un altro passaggio del messaggio di Alessia Pifferi riportato da Ansa – e poi dopo un po’ si addormentava … Penso di sapere solo io il dolore, la sofferenza che ho nel cuore per questa situazione, ed il trauma che sto vivendo. Vorrei tanto tornare indietro, se si potesse, soltanto per riavere con me mia figlia“.
Cos’è il reato di corruzione di minorenne contestato ad Alessia Pifferi oltre l’omicidio
Alessia Pifferi, oltre a essere indagata per l’ipotesi di omicidio volontario aggravato, avrebbe assunto la stessa posizione anche rispetto a un’altra fattispecie di reato, quella di corruzione di minorenne. Si tratterebbe di una ipotesi avanzata dagli inquirenti dopo il ritrovamento di alcune chat della donna in cui, impegnata in una conversazione con un uomo, avrebbe parlato della figlia Diana in termini ritenuti di interesse investigativo per l’eventuale configurazione di un altro capo di imputazione circa la possibilità che la bambina abbia assistito ad atti sessuali tra i due. “Lo farai“, avrebbe risposto la donna in un messaggio al suo interlocutore che le avrebbe espresso il desiderio di “baciare anche Diana“.
Nello specifico, il reato di corruzione di minorenne prevede che chi compie atti sessuali in presenza di un minore di anni 14, al fine di farlo assistere, sia punito con la reclusione da 1 a 5 anni. Alla stessa pena, salvo che il fatto non costituisca reato di più grave entità, “soggiace chiunque fa assistere una persona minore di anni 14 al compimento di atti sessuali, ovvero mostra alla medesima materiale pornografico, al fine di indurla a compiere o a subire atti sessuali“. Proprio relativamente a quest’ultima contestazione, Alessia Pifferi si sarebbe detta “tranquillissima” e sarebbe stata invitata a comparire per un interrogatorio previsto nelle prossime ore. Nel cellulare della donna, riporta Ansa, sarebbero state individuate anche chat sospette con altri uomini, conversazioni in cui la donna avrebbe mostrato foto della figlia. Sul punto, a Mattino Cinque, l’intervento di uno dei legali che assiste Alessia Pifferi, Solange Marchignoli: “Vanno escluse tutte queste chiacchiere. Il capo di imputazione è ben preciso, corruzione di minorenne, significa che il pubblico ministero ha già fatto il controllo di tutte le chat e quindi se rileva un reato, in sede di indagine, rileva quello. Si tratta di una fattispecie di reato molto particolare – ha sottolineato Marchignoli –, perché chiede che l’atto sessuale avvenga con il fine di far intervenire la bambina, quindi che la bambina ne abbia coscienza e consapevolezza. Una bambina di un anno, perché parliamo del marzo 2021, non può avere coscienza di quello che potrebbe essere avvenuto in quella stanza“.