pifferiL’avvocato Alessia Pontenani, legale di Alessia Pifferi, potrebbe perdere l’incarico ed essere sospesa dalla professione all’esito delle valutazioni che emergeranno sulla posizione di indagata per falso ideologico insieme a due piscologhe del carcere di San Vittore, indagate anche per favoreggiamento. Secondo l’accusa mossa dal pm De Tommasi, avrebbero “manipolato la testa” dell’imputata favorendo la maturazione di una tesi difensiva alternativa che punti sul vizio di mente.



Sono molto tranquilla – ha precisato l’avvocato di Alessia Pifferi a Ore 14, mi spiace molto la situazione che si è creata non tanto per me, ma per la mia assistita. Lei è molto spaventata all’idea di perdere me (…). Sono finita in questo ‘guaio’ perché forse non è piaciuto al pm quello che ho detto, ho fatto una battuta a sfondo goliardico sulla persona del pm che forse non ha compreso e che probabilmente lo ha toccato. Alessia Pifferi rischia di perdere anche me, perché adesso sarà la Corte a decidere se io sono incompatibile o meno con la professione, l’Ordine non penso che prenderà provvedimenti contro di me perché c’è ben poco da fare, o almeno me lo auguro che non decidano di sospendermi dalla professione, però non so cosa farà il dottor De Tommasi il 4 marzo in udienza. Questo è un atto intimidatorio verso tutti, verso me e anche verso i consulenti. Speriamo non lo sia anche per il consulente del tribunale. È stato un atto sbagliato, non doveva farlo, doveva farlo a processo concluso: avrebbe potuto trasmettere gli atti in procura e aprire tutti i fascicoli che voleva. Non durante un processo, è una cosa che non si fa“.



Alessia Pifferi, le parole del pm durante il processo

Il pm Francesco De Tommasi ha usato parole durissime durante il processo a carico di Alessia Pifferi per sostenere l’ipotesi di una condotta non corretta delle psicologhe del carcere di San Vittore che hanno seguito la detenuta. “L’imputata Alessia Pifferi fino ad un certo punto stava bene, oggi ce la ritroviamo con un quoziente intellettivo pari a 40, cioè una persona con delle gravi, gravissime difficoltà da un punto di vista mentale. E che ci sia stata una voluta o non voluta manipolazione della testa di Alessia Pifferi è un effetto incontestabile. Si è trattato di una vera e propria, e questo è un fatto gravissimo, rivisitazione dei fatti oggetto della contestazione da un punto di vista del personale della struttura sanitaria, questo ci dicono i consulenti nella relazione che abbiamo depositato. L’effetto – ha dichiarato il pubblico ministero in aula – è stato mettere in testa all’imputata di non avere nessun tipo di responsabilità“.



Secondo il pm, le psicologhe avrebbero agito al di là delle competenze e avrebbero fornito alla 38enne una sorta di “assist” in ottica difensiva. Una lettura degli eventi che l’avvocato di Alessia Pifferi, Alessia Pontenani, respinge con forza. La donna è a processo con l’accusa di aver ucciso sua figlia Diana, di appena 18 mesi, lasciandola sola in casa per una settimana e costringengola a morire di stenti mentre lei trascorreva una parentesi romantica con il compagno fuori Milano. Per l’accusa lucida e pienamente capace di intendere e di volere, per la difesa affetta da “un grave deficit cognitivo“. Alessia Pifferi è stata arrestata a Milano nel luglio 2022. Le indagini hanno portato a galla gravissimi elementi a suo carico come il fatto di aver abbandonato la bimba in più occasioni, prima della tragedia, per dedicarsi alle sue faccende personali trascurando i suoi doveri di madre e le necessità di accudimento della minore.