A Ore 14, trasmissione condotta su Rai 2 da Milo Infante, la drammatica testimonianza di un uomo che avrebbe frequentato Alessia Pifferi nei mesi precedenti alla tragedia della figlia Diana, la bimba di 18 mesi che la donna avrebbe lasciato morire di stenti abbandonandola in casa per una settimana per trascorrere una parentesi romantica con il compagno fuori Milano. Alessia Pifferi è imputata di omicidio nel processo aperto a suo carico dopo il decesso della minore, e secondo la sua famiglia continua a mentire anche in aula.



Per l’accusa, la 38enne avrebbe ordito una trama di menzogne per vivere un’esistenza da “star” tra limousine e abiti scintillanti trascurando la bambina al punto da portarla al decesso. L’uomo che ha deciso di parlare ai microfoni del programma ha chiesto di restare anonimo, ma le sue dichiarazioni sembrano convergere con la tesi della sorella e della madre di Alessia Pifferi: “Diceva un sacco di balle (…). Non condividevo il fatto che lei diceva che andava in discoteca la sera, le chiedevo ‘La bimba dove la lasci?’, ‘Eh, c’ho la baby sitter’. A questo punto penso che lasciasse Diana da sola anche allora, perché io baby sitter non ne ho mai viste…“.



Alessia Pifferi, la testimonianza dell’uomo che avrebbe voluto adottare la piccola Diana

Secondo il racconto dell’uomo, 20 anni più grande di Alessia Pifferi, la donna avrebbe voluto qualcosa di più di una semplice amicizia nel loro rapporto. Un orizzonte che lui avrebbe sempre respinto per via della notevole differenza d’età e perché non avrebbe coltivato alcun interesse sentimentale nei confronti della 38enne, oggi imputata dell’omicidio della bimba. L’uomo avrebbe conosciuto anche la piccola Diana e si sarebbe affezionato a lei, al punto da volerla persino adottare “se solo lei me ne avesse dato la possibilità”.



Alessia l’ho conosciuta su una chat – ha dichiarato l’uomo a Ore 14 -, poi ho divorziato, era un periodo un po’ così… ma non la vedevo, cioè io potevo essere suo padre alla fine, quindi non… non è sul lato sesso. Mi ero affezionato alla bimba, era stupenda, solo che non era capace a camminare e glielo stavo insegnando io. Quel vestitino che c’è sulla foto, rosa, glielo avevo regalato io. Ogni tanto portavo della roba alla bimba, omoegeneizzati, biscotti, brioches, quelle cose lì. Ma non perché me l’avesse chiesto, perché faceva piacere a me. Alessia voleva un qualcosa di più che io non potevo darle anche perché io ho 20 anni di più. Cosa potevo darle? Mi ero affezionato alla bimba, questo sì, le avevo detto ‘Se vuoi che venga a trovarti voglio che ci sia anche la bimba, non voglio escluderla’. Di Diana ho dei ricordi che ancora adesso, se ci penso, piango“.