Per Alessia Pontenani, avvocato di Alessia Pifferi, la sua cliente deve essere assolta in quanto aveva un deficit e una incapacità di capire sin da bimba e non vi sarebbe alcun piano architettato per farla sembrare con un deficit. Il fatto del matrimonio lo dimostrerebbe ulteriormente e per questo chiede una seconda perizia psichiatrica. Oggi il programma di Rai Uno ha intervistato la stessa legale, all’arrivo in aula per il processo di Appello, che ha fatto sapere che la sua assistita non sarà in aula: “Ho appena parlato con la cancelliera, Alessia Pifferi non sta bene, c’è il legittimo impedimento quindi l’udienza verrà rinviata”. E ancora: “Ho chiesto di rifare la perizia perizia e di far valutare i nostri documenti, io sostengo che non c’è la prova del dolo, ovvero, il fatto che lei avrebbe accettato il rischio che la bimba sarebbe morta: questo non è dimostrato dalla procura”.
L’udienza è stata rinviata al 10 febbraio per legittimo impedimento e dopo la stessa l’avvocato Alessia Pontenani si è soffermata nuovamente con i microfoni di Storie Italiane: “Discuteremo della perizia e ci sarà anche lei – ha detto lei ha detto che vuole esserci, abbiamo richiesto una nuova perizia sulla documentazione non valutata dal dottor Pirfo in primo grado, la documentazione della bambina Alessia Pifferi dai 5 ai 15 anni, è stata definita una bimba con turbe psichiche e per me non può cambiare, visto quanto accaduto ho i dubbi che lei sia diventata responsabile”.
ALESSIA PIFFERI, AVVOCATO PONTENANI: “LEI NON SI RENDE CONTO DELLE PROPRIE AZIONI”
E ancora: “Non sono una professionista ma temo sinceramente che Alessia Pifferi non si renda conto delle conseguenze delle proprie azioni, lei è un animaletto che ha vissuto arrangiandosi nella periferia milanese, io mi auguro che venga fatta questa perizia poi se emergerà che è un mostro ne prendo atto, la mettiamo in carcere e gettiamo la chiave. L’Appello si è basato sul dolo eventuale, ha lasciato la bimba pensando che sarebbe potuta morire io invece ho basato l’Appello sul fatto che lei non avrebbe pensato che la figlia potesse morire. Nel primo interrogatorio lei disse: “si poteva cadere dal lettino”, di fronte ad una figlia morta per lei quello era il peggior pericolo. Alessia Pifferi lo aveva fatto altre volte a lasciar da sola la figlia, questa è una follia, una cosa gravissima, perchè lei è convinta che non poteva accaderle nulla. Qui non c’è il dolo eventuale ma la colpa cosciente. La testista del dottor Pirfo aveva detto che Alessia Pifferi era completamente incapace di intendere e volere. Il dottor Pirfo ha dichiarato che tutto quello che accade in infanzia non ha risvolti sull’età adulta e questo non è possibile, abbiamo diversi casi di giurisprudenza”.
“Qui c’è un clima di terrore – ha poi aggiunto l’avvocato – non mi volevano passare al telefono Alessia Pifferi, quindi credo che sia giusto che si chiarisca cosa sia accaduto. Non mi volevano passare Alessia Pifferi perchè non è orario di colloquio, è dovuto intervenire la corte d’Assise, abbiamo impiegato 40 minuti per fare una telefonata in carcere, rendetevi conto del clima di terrore che c’è ma io ho affrontato cose ben peggiori. Si è chiusa l’indagine lunedì con udienza fissata mercoledì, mi sembra un po’ casuale”.
ALESSIA PIFFERI, L’AVVOCATO PONTENANI: “CREDO CHE CI SIA UN FRAINTENDIMENTO”
E ancora: “Io non sono vittima di questa indagine ma credo ci sia stato un fraintendimento. Io sono dispiaciuto per il mio consulente visto che se si inizi ad indagare sui consulenti non andiamo lontano, io spero che l’ordine dei medici intervenga, è una cosa gravissima e vergognosa, sto parlando del mio consulente psichiatra”. Quindi l’avvocato di Alessia Pifferi ha aggiunto: “E’ una cosa gravissima, se indaghiamo tutte le persone che hanno un’idea con la procura non è un bel clima e dovrebbe far riflettere tutti, tutti potrebbero avere problemi con la giustizia. Non c’è un bel clima con il processo”. Laura Sgrò, stimata avvocato, aggiunge: “La collega ha ragione, il diritto di difesa è inviolabile, andare a toccare la difesa e i consulenti il clima diventa feroce ed è complicatissimo operare in questo clima quindi ha la mia solidarietà”.
L’avvocato Pontenani ha aggiunto: “Qui non si può far partire l’indagine perchè si è lavorato troppo, quando dicono che io e il mio consulente abbiamo falsificato il test diventa tutto molto complicato e grave. Io sono dalla parte della giustizia ma voglia che sia fatta chiarezza, voglio che questo processo si chiuda il prima possibile per capire cosa sia accaduto, poi il resto venga di conseguenza. Il mio avvocato sta comunque consultando le carte e vedremo, io sono assolutamente tranquilla come è giusto che sia come lo è anche il mio consulente”.