Alessia Pifferi, 37 anni, è in carcere con l’accusa di aver ucciso la figlia Diana Pifferi, 18 mesi, facendola morire di stenti dopo averla abbandonata in casa per 6 giorni per stare con il compagno. Mentre dalle indagini emergerebbero elementi sconvolgenti – l’ultimo riguarderebbe la somministrazione di tranquillanti alla minore, sempre negata dalla 37enne -, la mamma indagata riceve regali in carcere e tra questi ci sarebbe quanto donato da un’insegnante. Quest’ultima, raggiunta poche ore fa dai microfoni di Iceberg, trasmissione condotta da Marco Oliva su Telelombardia, ha spiegato il motivo della sua scelta di offrire un aiuto ad Alessia Pifferi, in cella dal 21 luglio scorso con l’accusa di omicidio volontario.
Nell’ambito dell’inchiesta a carico di Alessia Pifferi, la posizione della donna potrebbe aggravarsi ulteriormente se, da quanto emergerà dagli accertamenti sul biberon trovato accanto al corpo della piccola Diana e dall‘autopsia, venisse confermata la somministrazione di sostanze alla piccola prima dell’abbandono. Secondo Ansa, nelle ultime ore sarebbe trapelato uno dei risultati degli accertamenti medico legali condotti su richiesta della Procura, parte della consulenza che dovrebbe essere depositata formalmente nei prossimi giorni, e in particolare, riporta l’agenzia di stampa, si parlerebbe proprio di rilevate tracce di benzodiazepine. Uno scenario su cui, intervenuto ai microfoni di Iceberg, l’avvocato di Alessia Pifferi, Solange Marchignoli, ha steso il velo della massima cautela in assenza di atti alla mano: “Questa notizia mi ha messo in difficoltà, perché se fosse vero che la bambina ha assunto queste gocce perché gliele ha date la mamma siamo di fronte a una persona completamente seduttiva che ha sedotto anche me. Perché lei ha negato sempre anche a noi legali”.
Regali ad Alessia Pifferi in carcere da un’insegnante: le sue parole dopo il gesto
Ha fatto molto discutere la notizia di una serie di regali consegnati ad Alessia Pifferi in carcere, nella cella in cui si trova dopo il decesso della figlia di 18 mesi, Diana, che secondo l’accusa avrebbe abbandonato a se stessa in casa per una settimana. La piccola sarebbe morta di stenti, accanto al suo corpo un biberon con tracce di latte e una boccetta di un farmaco tranquillante che ora è al centro di un atroce sospetto: la minore è stata drogata prima di essere lasciata da sola? Autopsia ed esami tossicologici forniranno la risposta a questo interrogativo, mentre Alessia Pifferi continua a negare questo scenario e riceve doni da alcune donne.
Tra queste, un’insegnante che avrebbe deciso di offrirle il suo supporto e che, dopo averle ragalato degli indumenti, ha parlato ai microfoni di Iceberg in questi termini: “Nonostante la gravità di quello che ha commesso, ho sentito la necessità di aiutarla. Spesso mi domando come mai ho questa reazione, sto male per lei, anche quando preparavo il pacco la pensavo e mi veniva da piangere (…). Sinceramente, anche se l’opinione pubblica mi dovesse criticare non mi farebbe né caldo né freddo. Quello che può dire l’opinione pubblica è l’ultimo dei miei pensieri. È pur sempre una mamma che andava aiutata e che va aiutata”.