Alessia Pifferi – arrestata a Milano con l’accusa di aver provocato il decesso della figlia di 18 mesi, Diana Pifferi, morta di stenti dopo essere stata abbandonata in casa per giorni – in carcere ricve regali e soldi tra cui anche profumi da parte di diverse donne preoccupate per lei. È la notizia che emerge attraverso le colonne di Repubblica e che fa affiorare un’altra sfumatura della storia di questa madre che, secondo il quadro ricalcato dagli inquirenti, avrebbe lasciato la sua piccola senza il necessario accudimento per una settimana in modo da vivere “libera” la sua relazione con un nuovo compagno.



Diana Pifferi, 18 mesi, sarebbe stata trovata ormai senza vita adagiata su un lettino da campeggio all’interno dell’appartamento in cui viveva con la madre, Alessia Pifferi, e accanto al corpicino sarebbe stato trovato un biberon con tracce di latte ora al vaglio delle autorità. Non sarebbe escluso, come emerso recentemente, che la bambina possa essere stata drogata e sottoposta a somministrazione di tranquillanti prima di essere abbandonata nell’abitazione. Oggi tante donne vorrebbero aiutare la donna accusata dell’atroce fine di sua figlia nonostante una posizione fortemente compromessa nell’ambito delle indagini…



Alessia Pifferi riceve regali in carcere: per lei profumi e soldi da tante donne

Dopo l’orrore impresso sulle cronache con la morte della piccola Diana Pifferi, per la madre Alessia Pifferi, accusata di averne causato il decesso abbandonandola in casa per una settimana, si sono aperte le porte del carcere. La donna è stata fermata dopo il ritrovamento del corpo senza vita della bimba, 18 mesi, e nel corso delle indagini sarebbero emersi dettagli choc a ricostruire il quadro di una situazione drammatica. Stando alle ultime informazioni trapelate, dalle chat dell’indagata sarebbe filtrato un dettaglio inquietante: Alessia Pifferi avrebbe percepito la presenza della figlioletta come “un peso” di cui liberarsi per vivere una vita lontana dalle responsabilità di genitore.



Alessia Pifferi, 37 anni, è in carcere dal 21 luglio scorso con l’accusa di omicidio volontario aggravato oggi tante donne, riporta Repubblica, le starebbero facendo arrivare il loro supporto con regali e soldi, compresi profumi per farla sentire meno sola. Si tratta di doni che arriverebbero presso lo studio del suo avvocato, Solange Marchignoli, che così avrebbe parlato ai microfoni del quotidiano per spiegare la situazione della sua assistita: “Per quanto mi riguarda, non c’è una causa più urgente né più giusta del proteggere Alessia da questa caccia alle streghe. Ha bisogno di aiuto, questo è indubbio. E non mi troverà sorda al suo appello, mai“.

L’avvocato di Alessia Pifferi: “Non è ancora in grado di parlare…”

Il legale è intervenuto in collegamento con Ore 14: “Confermo che arrivano regali, pensieri, messaggi. La medaglia è sempre doppia, ci sono gli insulti all’avvocato e le persone che hanno un’apertura nei confronti di Alessia. Io la ritengo doverosa, perché le indagini sono aperte, ma sono segrete; quindi, nessuno può sapere cosa sia successo”. L’avvocato Solange Marchignoli se l’è presa poi con i media: “Faccio l’esempio delle gocce che avrebbero trovato vicino al biberon. Sono state trovate in casa, in una stanza lontana dalla culla, quindi perché far credere che fossero nella culla e che le avesse somministrate? Questa è una costruzione che non esiste”.

È nato poi uno scontro con la criminologa Roberta Bruzzone sull’autopsia: “Prima di dire se l’ha uccisa, dobbiamo aspettare l’autopsia. Potrebbe essere anche morta prima. È importante anche perché cambia il reato, dal punto di vista legale è rilevante”, ha detto il legale. La criminologa ha replicato: “Ho letto l’ordinanza di misura cautelare, la bambina era viva e la cliente l’ha detto al giudice, ammettendo una serie di circostanze che hanno decretato la morte. Cominciare a dire che sia morta prima è una strada impercorribile”. Riguardo le condizioni di Alessia Pifferi, il legale ha chiarito: “La signora Pifferi non è ancora in grado di parlare, non ha la lucidità mentale per farlo. Per ora è un rapporto di fiducia che si sta costruendo, per ora non mi può rispondere. Avevamo chiesto l’ingresso dei consulenti tecnici per questo, ma c’è stata posticipata a settembre”. (a cura di Silvana Palazzo)