Alessia Pifferi, in carcere con l’accusa di aver causato il decesso della figlia di 18 mesi, Diana, morta di stenti dopo essere stata lasciata sola in casa per 6 giorni, nasconderebbe più di quel che racconta. Le sue parole dalla cella, attraverso alcune lettere rivolte a trasmissioni televisive e un diario, raccontano di una mamma attenta e premurosa che non avrebbe percepito la piccola come “un peso” o un “ostacolo” al sogno di una vita da star, ma contrasterebbero con un quadro sempre più robusto di elementi a carico. Nel corso della trasmissione Lombardia Nera, condotta da Marco Oliva su Telelombardia, è stato trasmesso il contenuto di alcune rivelazioni fatte da un vicino di casa al programma.



Un racconto che ricostruirebbe un contesto diametralmente opposto a quello descritto dalla 37enne indagata per l’omicdio della figlia. La donna, secondo quanto riferito dal suo avvocato Solange Marchignoli, avrebbe ricevuto sollecitazioni da una persona, un uomo, che “approfittando delle sue fragilità“, con una sorta di “induzione” alla prostituzione, davanti alle difficoltà economiche di Alessia Pifferi le avrebbe proposto incontri intimi a pagamento con alcuni soggetti. Ma la persona in questione, il vicino della 37enne, raggiunto dai microfoni di Lombardia Nera ha fornito tutt’altra versione. “Era lei a chiedermi uomini per s*sso a pagamento“.



Il vicino di casa di Alessia Pifferi: “Mi chiedeva qualcuno per le bollette”

Prima della morte della figlia, Diana, Alessia Pifferi avrebbe chiesto al vicino di casa di aiutarla a trovare qualcuno con cui avere rapporti a pagamento, così da poter pagare le bollette. È la versione dell’uomo, intervistato da Lombardia Nera, che si insinua tra le ombre di una storia ancora tutta da ricostruire e che contrastrerebbe apertamente con quanto descritto dalla difesa della donna. Dopo il ritrovamento di alcune chat ritenute di interesse investigativo (che avrebbero portato alla contestazione del reato di corruzione di minorenne a carico della madre), la posizione di Alessia Pifferi sarebbe apparsa ancora più compromessa.



Mentre le indagini proseguono, le parole del vicino di casa arrivano davanti alle telecamere riportando un resoconto ancora da vagliare, ma che sarebbe documentato dallo scambio di alcuni messaggi con la 37enne impressi nella memoria del telefono dell’uomo. “Non ho cancellato niente – ha precisato l’uomo parlando dei contenuti salvati sul suo dispositivo –, lei mi chiedeva se avessi qualche amico disposto a passare una notte con lei per 300 euro, diceva ‘Devo trovare 300 euro per domani perché le bollette della corrente sono già scadute’… Una volta le avevo mandato un mio amico, ma io non ho mai avuto a che fare con lo scambio di soldi“. Secondo il suo racconto, Alessia Pifferi gli avrebbe chiesto “qualcuno” che potesse pagarla “anche in cambio di rapporti” per risolvere le sue difficoltà economiche.