Il procuratore capo di Milano, Marcello Viola, ha concesso un’intervista esclusiva alla trasmissione di Rai Due “Ore 14”, condotta da Milo Infante, circa il caso relativo ad Alessia Pifferi, madre della piccola Diana, lasciata morire di stenti in un appartamento a Milano mentre la donna trascorreva alcuni giorni insieme al suo fidanzato (che non era a conoscenza del fatto che la piccola fosse a casa da sola, ndr). In particolare, il dottor Viola ha commentato le accuse a carico di Pifferi: omicidio volontario aggravato da futili motivi, con anche l’aggravante della premeditazione, che è rimasta in piedi nonostante non vi fossero tracce di benzodiazepine nel biberon della bimba.



“Vi sono però tracce di queste sostanze, come accertato dalla perizia effettuata in sede di incidente probatorio, nei capelli della bambina – ha dichiarato il procuratore capo –. Va però fatta una precisazione: potrebbe trattarsi anche di tracce da contatto, non legate all’assunzione. Quindi, questo è un tema aperto”.



ALESSIA PIFFERI, IL PROCURATORE CAPO DI MILANO VIOLA: “L’IMPUTATA HA ACCETTATO CONSAPEVOLMENTE IL RISCHIO MORTE”

Al di là delle benzodiazepine, il dottor Viola, di fronte alle telecamere di “Ore 14”, ha asserito che la contestazione nei confronti di Alessia Pifferi si fonda sul fatto che lei “abbia accettato consapevolmente il rischio che l’evento morte (per quanto riguarda la figlia Diana, naturalmente, ndr) sopravvenisse. Cosa che poi, in effetti, è purtroppo accaduta”.

Inoltre, per sua stessa ammissione Alessia Pifferi si è allontanata dal domicilio “per un arco temporale rilevante (circa 6 giorni), lasciando sola la bambina in quel periodo, priva di alimentazione e con temperature esterne piuttosto elevate, visto che dobbiamo ricordarci che eravamo in estate. La stessa imputata, del resto, ha dichiarato di essere consapevole che sua figlia potesse morire”.